Un girone infernale Il nodo via Ammirato

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Un inferno. Dante lo avrebbe dipinto proprio così. Da lungarno Ferrucci a via Gioberti, da via del Mezzetta a piazza Alberti, mettersi in macchina daper questi punti, soprattutto in alcuni momenti, è un vero problema. Ci siamo infilati nei panni dei tanti genitori alle prese con la prima campanella e siamo partiti da Lungarno Ferrucci alle 7,45, quasi all’altezza di piazza Ravenna, immaginando di doverci dirigere verso la scuola Infanzia e Primaria Giotto. Abbiamo impiegato 25 minuti. Un percorso per il quale, fino a mercoledì e quindi prima che cominciasse l’anno scolastico, ne bastavano 9. Se per percorrere Lungarno Ferrucci abbiamo impiegato 7 minuti, ne abbiamo cronometrati 5 per raggiungere Lungarno del Tempio in direzione via Landucci. Insomma, giovedì da bollino nero sul fronte traffico che, tra la riapertura delle scuole, i numerosi cantieri in corso e la minaccia di un possibile acquazzone, ha mandato su di giri diversi automobilisti. In via Scipione Ammirato, la realizzazione della pista ciclabile e quindi la soppressione di una corsia di marcia, crea serpentoni di macchine che si muovono come lumache. Alle 8,05 minuti siamo incolonnati tra via del Ghirlandaio e piazza Oberdan con centinaia di genitori in coda e qualcuno che preferisce parcheggiare e continuare a piedi. Il traffico prosegue a singhiozzo, ma senza complicazioni grazie alla postazione dei vigili, anche in via Campanella fino all’altezza con la Giotto. Per diversi genitori e anche residenti, a peggiorare la situazione, è stata la chiusura di un senso di marcia di via Scipione Ammirato, una valvola di sfogo per entrambe le direzioni che oggi a fatica a reggere l’urto. Se per raggiungere via del Mezzetta, sede del Gramsci e del Saffi, non ci sono stati grossi disagi, non possiamo dire lo stesso per il rientro in direzione piazza Ferrucci. Viale De Amicis è il regno dei furbetti delle due ruote con tanti motociclisti che preferiscono "correre qualche rischio" pur di uscire il prima possibile dall’imbuto mentre il cavalcavia dell’Affrico fino a piazza Alberti sono una distesa di clacson con le persone costrette a fare slalom e manovre d’aggiramento.

Rossella Conte

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