Riaprono gli Uffizi, nuove sale e nuovi capolavori in mostra

Da martedì 4 maggio portone aperto dalle 8.15, dodici nuovi locali per un itinerario ampliato con numerose opere mai viste dal grande pubblico

Eike Schmidt

Eike Schmidt

Firenze, 3 maggio 2021 – Riaprirà domani mattina alle 8,15, dopo l’ultima chiusura durata oltre due mesi, la Galleria degli Uffizi, che torna al pubblico con molte novità. Fra queste capolavori di Daniele da Volterra, Rosso Fiorentino, Bartolomeo Passerotti, e opere di tanti altri maestri, mai esposti in maniera permanente e che saranno adesso protagonisti, insieme ad Andrea del Sarto, Parmigianino, Pontormo, Sebastiano del Piombo nell’allestimento di tredici nuove sale dedicate ai grandi della pittura fiorentina, emiliana e romana del Cinquecento. 

Una quattordicesima nuova sala è uno speciale ‘assaggio’, sintesi ed anticipazione degli spazi che presto accoglieranno gli autoritratti degli artisti collezionati nel corso dei secoli, con lavori, tra gli altri, di Bernini, Cigoli, Chagall, Guttuso.  Una rivoluzione nell’ingresso al museo, per snellire e fluidificare le code, con una nuova biglietteria, un nuovo sistema di accesso e ampi spazi di accoglienza nella parte del complesso vasariano piu’ vicina all’Arno. Complessivamente, una crescita per il museo di oltre duemila metri quadrati, con 14 nuove sale piene di opere d’arte al primo piano della Galleria (sono 129, molte delle quali mai viste finora dal grande pubblico) e 22 locali al piano terreno adibiti a varie funzioni di ingresso e servizi, da oggi a disposizione della Galleria, con gli affreschi riemersi a sorpresa durante i lavori di restauro nell’ala di Ponente, tra i quali uno con il ritratto a figura intera di Cosimo II de’ Medici, attribuito all’ambito di Bernardino Poccetti. 

Adesso, con un cambiamento nel percorso di visita del museo, accolgono i visitatori in arrivo dal secondo piano attraverso la scala Buontalenti o l’ascensore situati tra la sala di Leonardo e quella di Michelangelo-Raffaello a metà del Corridoio di Ponente. Non si passerà dunque come fino ad ora dallo scalone dei Lanzi, accessibile dal fondo dello stesso corridoio.  L’allestimento è protetto da vetri di ultimissima generazione, praticamente senza rifrangenza: questa novità tecnica permette di avvicinarsi a pochi centimetri dalla superficie dei dipinti e delle sculture, senza avvertire barriere ottiche e senza far scattare fastidiosi allarmi. 

 Si è data una nuova importanza alle scuole extra toscane: per il ‘500 romano la tela con la sublime Morte di Adone di Sebastiano del Piombo può finalmente essere di nuovo vista a un’altezza che permette di apprezzare ogni dettaglio.   Nella sala accanto stanno due recentissimi acquisti degli Uffizi, i dipinti di Daniele da Volterra – stretto seguace di Michelangelo – raffiguranti la Sacra Famiglia con Santa Barbara e l’Elia nel deserto, quest’ultimo celebrato dalla rinomata rivista inglese di settore Apollo, tra le “Acquisitions of the Year” nel 2018. 

Un altro acquisto prestigioso viene esposto per la prima volta, nelle sale dedicate all’arte emiliana: è la tela raffigurante ’Omero e l’enigma dei pidocchi’ di Bartolomeo Passerotti, pesarese attivo a Bologna, eseguito per il fiorentino Giovanni Battista Deti.  L’acquisizione del dipinto da parte degli Uffizi è stata una vera e propria operazione di tutela di un tesoro cittadino, che altrimenti poteva rimanere sconosciuto o disperso sul mercato dell’arte.

Un capolavoro indiscusso del Manierismo emiliano è la celebre ’Madonna dal collo lungo’ di Parmigianino, ora sulla parete di fondo di una sala raccolta e profonda. Questo particolare allestimento delle opere, realizzato anche grazie al contributo dei Friends of the Uffizi Galleries, è stato disegnato dall’architetto Antonio Godoli. L’arte emiliana continua nelle sale accanto, con Dosso Dossi e seguaci, nonché con uno stupefacente “camerino” che accoglie i dipinti dei maggiori artisti di Ferrara incastonati sulle pareti come gioielli. 

L’arte toscana viene resuscitata dal nuovo allestimento, che vanta una novità sensazionale: il San Giovanni Battista di Rosso Fiorentino, uno dei capiscuola del manierismo a Firenze (e Oltralpe), parte del lascito del professor Carlo Del Bravo, donato agli Uffizi nel luglio 2020. Il dipinto è piccolo, ma sprigiona un’energia e una potenza folgoranti: quasi un simbolo dell’acutezza e dell’originalità di pensiero del suo precedente proprietario, un grande storico dell’arte che ha forgiato generazioni di intellettuali e storici dell’arte, innamorati del suo metodo e delle sue conoscenze. Il percorso glorioso del primo Cinquecento toscano si mostra con visuali nuove, allo stesso tempo teatrali e filologiche: la Madonna delle Arpie di Andrea del Sarto è presentata su una sorta di altare in pietra, mentre voltandosi a sinistra si vede nella stanza accanto, inquadrato dallo stipite in pietra serena della porta, l’Angelo che suona il liuto di Rosso Fiorentino – una delle icone più amate e più riprodotte degli Uffizi. 

I corridoi che nel precedente allestimento ospitavano anche grandi pale d’altare, ospiteranno  la collezione degli autoritratti, che nel 1973 erano stati spostati nel Corridoio Vasariano ma che originariamente stavano agli Uffizi. Proprio in questi ambienti è previsto nel corso dell’anno un riordino della straordinaria collezione, iniziata nel Seicento dal Cardinal Leopoldo.

Per annunciare l’inizio dei lavori è stata temporaneamente preparata una sala che ruota intorno alla statua del Cardinale, collezionista lungimirante e originale, insaziabile e competentissimo: la sua immagine scolpita nel 1667 dall’artista di corte Giovanni Battista Foggini domina l’ambiente, circondata da una selezione di autoritratti che in parte egli stesso aveva comperato: vi sono quelli di Sofonisba Anguissola, di Ludovico Cardi detto il Cigoli, del Bernini, di Carlo Dolci. E intorno una selezione di altri autoritratti, provvisoria, perciò  cronologicamente varia (Angelica Kauffmann, Marc Chagall, Renato Guttuso, Adriana Pincherle, Yayoi Kusama, Tesfaye Urgessa, solo per segnalarne alcuni), testimonianza di un’attenzione all’arte contemporanea di ciascuno dei membri della famiglia Medici e del Cardinal Leopoldo in particolare. È lui il personaggio a cui è dovuta una vasta parte della collezione d’arte degli Uffizi, e delle opere che si possono ammirare adesso durante la visita.

«Tutti noi dello staff degli Uffizi abbiamo preparato con cura questa riapertura che possiamo ben definire trionfale - ha detto il direttore Eike Schmidt – , e che sorprenderà il pubblico con una serie di capolavori finora mai visti ed altri ben noti, ma esposti in modo da riscoprirli nel loro significato più profondo. Da questa selezione emerge un’immagine nuova del collezionismo dei Medici, fin dall’inizio aperto a tutta l’Italia e oltre: gli Uffizi diventano una finestra aperta su un panorama artistico vasto e sorprendente. I Friends of the Uffizi Galleries hanno mostrato anche questa volta il loro amore per il museo, finanziando generosamente l’allestimento della sala del Parmigianino».

La presidente degli Amici degli Uffizi e dei Friends of the Uffizi Galleries Maria Vittoria Rimbotti Colonna, ha aggiunto: «Siamo davvero lieti della presentazione di oggi delle nuove sale e in particolare di quella dello straordinario dipinto a olio del Parmigianino, la Madonna dal Collo Lungo. Così come già avvenuto per quelle di Michelangelo e Leonardo, siamo felici che possano essere restituite alla collettività queste sale grazie anche al nostro contributo». 

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