Morì di freddo nella neve dopo la 'fuga' da una struttura sanitaria, tre persone nei guai

Saranno processati per omissione di soccorso il direttore, la psicologa e un operatore sociosanitario di una Rsa

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Firenze, 8 giugno 2019 -  A processo il direttore, la psicologa e un operatore sociosanitario (Oss) di una Rsa del Mugello, con sede a Firenzuola (Firenze), per la morte di un ospite, un cinquantenne che si allontanò dalla struttura attraverso un cancello aperto e che poi fu ritrovato morto per ipotermia nei paraggi della stessa Rsa una ventina di giorni dopo.

L'episodio risale al novembre 2017 quando sull'area si abbatté una forte nevicata. I tre imputati devono rispondere del reato di omissione di soccorso per la mancata assistenza data al cinquantenne durante il suo allontanamento, circostanza che ne ha causato la morte in giorni di temperature rigide. Infatti, secondo la ricostruzione di un'inchiesta del pm Antonino Nastasi, il 26 novembre 2017 l'ospite - che alla Rsa fu assegnato dai servizi sociali per sue gravi patologie neurologiche, psichiatriche e cardiache - uscì e si allontanò andando in un bar dove cominciò a bere. Così destò l'attenzione della commessa che, intuendo si trattasse di un paziente della vicina Rsa, telefonò per avvisare la struttura. La psicologa e l'Oss, che adesso sono imputati, uscirono per cercarlo. Lo trovarono mentre camminava in strada e lo avvicinarono per chiedergli di rientrare.

Secondo le indagini, i due informarono subito il direttore della Rsa ma questi avrebbe detto loro di desistere da ogni iniziativa per convincere il cinquantenne a tornare nella struttura. I due allora avvisarono i carabinieri e quindi smisero di mantenere un controllo 'a vista' del paziente in attesa dei soccorsi. Il cinquantenne non fu più visto. Venne ritrovato morto parecchi giorni dopo quando la neve si ritirava. Era morto nella stessa zona per una ipotermia - così stabilì l'autopsia - che aggravò le patologie esistenti causando un arresto cardiocircolatorio. Per i suoi problemi, l'uomo veniva assistito dalla madre anziana, da una sorella e da un fratello, i quali ora, difesi dall'avvocato Carolina Rienzi, si costituiranno parte civile nel processo. Prima udienza il 7 maggio 2020.

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