OLGA MUGNAINI
Cronaca

TourismA, dal Medioevo a Michelangelo. Al cantore Guccini il ’Francovich’

Il cantautore: "Onorato di ricevere un premio di storia per brani come Bisanzio o Canzone dei dodici mesi"

TourismA, dal Medioevo a Michelangelo. Al cantore Guccini il ’Francovich’

Un tale Filemazio, “protomedico, matematico, astronomo, forse saggio“, vaga per le strade e i portici di Bisanzio all’epoca dell’Imperatore Giustiniano I (483-565). Ma più che “divinar responso“, come dovrebbe fare, avverte solo i segni di un mondo che sta cambiando e che non capisce più, tra la rivoluzione portata dal nuovo Dio cristiano e l’avanzata dei Barbari su quello che era il potente impero romano. Lì a Bisanzio - poi Costantinopoli -, Oriente e Occidente sembrano fondersi, mentre iniziano a germogliare tutte le novità e le contraddizioni della lunga era che chiameremo Medioevo. Un’epoca che Francesco Guccini ha raccontato in tante sue celebri canzoni. Ma che in “Bisanzio“ mette a fuoco con poesia e intensità, rievocando in cinque minuti di musica e parole un ritratto addirittura epico del mondo in dissoluzione e rinascita riflesso sulle sponde del Bosforo.

Per questi motivi, ieri a TourismA, Francesco Guccini è stato insignito del Premio Riccardo Francovich "per aver cantato il mondo medievale accompagnandoci dall’antica Bisanzio fino ai mistici orizzonti di Marco Polo e Cristoforo Colombo".

"Mi fa molto piacere ricevere un premio di storia per aver scritto brani come ‘Bisanzio’ o ‘Canzone dei dodici mesi’- ha detto Guccini -, quest’ultima ispirata dalla Corona dei Mesi di Folgòre da San Gimignano (1270-1332) e dai bassorilievi del Ciclo dei Mesi sulla Cattedrale di Modena".

Di cantore in cantore, è stata poi la volta di Vittorio Sgarbi, che sempre ieri a TourismA ha presentato il suo libro “Michelangelo Rumore e Paura“ tenendo una lectio sul grande Buonarroti: "Michelangelo evoca fantasmi - ha spiegato –. Nelle sue opere non c’è soltanto la bellezza e la pienezza della forma, ma anche il tentativo di cogliere uno stato d’animo e uno spirito che sono dentro la scultura e la pittura. Questa è la sua grandezza, la sintesi formidabile del Rinascimento". Sgarbi si è soffermato sul "dolore muto e senza tempo della Madonna della Pietà vaticana, la forza interiore del David".

TourismA prosegue fino a domani al Palazzo dei Congressi. Oggi sarà la volta del medievista Franco Cardini, del paleoantropologo Giorgio Manzi del geologo Mario Tozzi e nel pomeriggio Aldo Cazzullo col suo libro “Quando eravamo padroni del mondo. Roma L’impero infinito”. Domani chiusura con Alberto Angela.

Programma su www.tourisma.it