
Incendio in via dei Massoni (NewPressPhoto)
Firenze, 4 settembre 2017 - SETTIMANA decisiva per la identificazione del responsabile, o dei responsabili dell’incendio colposo che ha seminato il panico sabato tra le 12,30 e le 16,30, azzerando 20 ettari di oliveta e 2 di bosco sopra Careggi, tra via dei Massoni e la Bolognese.
Da oggi sfileranno davanti agli investigatori diversi abitanti della zona: saranno sentiti come testi, obbligati a rispondere. Il codice garantisce ai soli indagati la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere. Per qualcuno, la propria posizione di fronte alla legge potrebbe cambiare proprio in rapporto alle dichiarazioni.
ENTRO la settimana dovrebbe essere pronta l’informativa per la procura, con l’indicazione del fatto-reato e il nome, o i nomi, di chi ha acceso il fuoco. Specie se il gruppo di lavoro (4 uomini, i ’repertatori’) dei carabinieri forestali del colonnello Luigi Bartolozzi non dovessero più riscontrare quella reticenza, per non dire omertà, in cui si sono imbattuti nella primissima fase di accertamento di fatti e responsabilità.
NON APPENA è terminato l’allarme-rogo che – alimentato da sferzate di vento a 30 km orari – solo grazie alla tempestività e alla efficienza dei soccorsi non si è propagato ulteriormente e in modo devastante per la zona e più pericoloso per chi là si trovava, i carabinieri forestali hanno infatti ascoltato alcuni residenti. Hanno però trovato ‘resistenze’. Ma difficile è stato l’intero avvio delle indagini: anziché concentrarsi subito sugli accertamenti tecnici i carabinieri forestali prima hanno dovuto occuparsi di sicurezza. Controllare la viabilità in via dei Massoni. Bloccare la strada: troppi altrimenti i rischi per gli automobilisti. Gli accertamenti sui luoghi, effettuati con il metodo cosiddetto delle ‘evidenze fisiche’ (più zone controllate per inviduare e stabilire il punto di insorgenza del fuoco, e capirne la natura, colposa o dolosa) hanno stabilito due cose: primo, non sono stati ritrovati inneschi, tali da far propendere per il dolo di piromani azionati da chissà quali interessi. A scanso di equivoci la zona, pur non sottoposta a sequestro, verrà ‘perimetrata’, per evitare possibili, future edificazioni.
SECONDO: è ragionevolmente, oggettivamente accertato che il fuoco è partito a valle di via dei Massoni, nei pressi di una proprietà privata dove vivono più condomini. Una proprietà condivisa. Il fuoco, acceso nelle pertinenze di un condominio, o abbastanza vicino, è scappato di mano. Il vento, forte rispetto al pericolo incombente, ha spinto in alto le fiamme, che stavano per dilagare. Per ore soccorritori e residenti sono stati con il fiato sospeso; si è temuto un disastro clamoroso. Chi ha pensato in modo scriteriato di poter bruciare ‘in sicurezza’, nonostante il vento, non ha rispettato il divieto della Regione che, considerati l’eccezionale siccità e il conseguente, maggior pericolo, ha prorogato al 15 settembre il divieto di bruciare sterpaglie. Con piccole deroghe o eccezioni.
giovanni spano