Taglio liste d’attesa, il paradosso del piano In un mese e mezzo sono aumentate

L’effetto causato dal boom di richieste. La Regione corre ai ripari: richiamo all’appropriatezza, tavolo coi medici di famiglia

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di Ilaria Ulivelli

A una prima occhiata sembrerebbe un flop totale il piano straordinario richiesto dalla Regione alle aziende sanitarie e ospedaliero universitarie per abbattere le liste d’attesa, il male più pervicace della sanità toscana. Perché a un mese e mezzo dal varo, con 31,5 milioni stanziati, secondo quanto previsto dalla legge di stabilità, le liste d’attesa anziché essere snellite sono lievitate. Ma in mezzo è successo quello che si poteva prevedere. E cioè che a causa del Covid (sia per gli effetti della malattia sullo stato di salute di chi l’ha presa, sia per la riduzione di servizi che sono stati concentrati nella cura degli ammalati con il virsu) è straordinariamente aumentata la richiesta di salute dei toscani.

Nel primo trimestre di quest’anno la richiesta di visite specialistiche è aumentata in media, rispetto allo stesso periodo del 2019, del 17,5%, mentre per le prestazioni diagnostiche si registra un incremento del 26,3%. Un boom ancora più evidente per alcune specialità: le richieste di visita e consulenza cadiologica sono in crescita del 40%, con aumento del 22% di esami Holter. Dunque nonostante ci sia stato un effettivo incremento di prestazioni offerte dalle aziende sia per le visite (+12%) sia per la diagnostica (+10%) non è sufficiente a coprire la richiesta.

Per questo si passa alle contromisure. Che sono state decise ieri dal vertice convocato ieri in Regione con le direzioni generali delle aziende sanitarie territoriali e ospedaliero-universitarie, alla presenza del presidente Eugenio Giani, dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini e del direttore generale dell’assessorato Federico Gelli.

Per quanto riguarda le visite post Covid (in particolare cardiologiche, ma non solo) è necessario agire principalmente su due fronti: l’appropriatezza delle richieste (per questo sono stati riattivati tavoli con gli specialisti e con la medicina generale) e la definizione di nuovi percorsi dedicati, su cui sta già lavorando l’assessorato, al fine anche di semplificare l’accesso ai servizi. Più in generale, è iniziato un lavoro per produrre nuove linee guida sui controlli post Covid, che saranno concordate fra specialisti e medicina generale. Sul fronte della telemedicina è stato deciso di potenziare la televisita che consentirà di liberare disponibilità nelle agende per le prime visite. Si è aperta una riflessione anche rispetto alla possibilità di dare vita a una sperimentazione, in cardiologia, per valutare l’opportunità di effettuare televisite anche per prime visite.

Impegno comune anche sul versante della promozione e della comunicazione dei nuovi canali di prenotazione online, a partire dalla App Toscana Salute, le cui nuove funzioni verranno illustrate proprio oggi. Solamente il 5% dei cittadini prenota online e utilizzando le App. Mentre il 60% si rivolge ancora allo sportello dei Cup territoriali. Un gap eccessivo.

Ci sono 4 richieste su 10 che non arrivano a prenotazione perché i cittadino non riescono ad accedere al sistema sanitario.

Per questo è stato richiesto alle aziende di attivare percorsi specifici di formazione e aggiornamento rivolti agli operatori dei Cup, per garantire la miglior comunicazione e informazione possibile al cittadino, anche alla luce del Cup 2.0 e dei canali digitali.

"Ringrazio tutti gli operatori sanitari per l’impegno con cui continuano a tutelare la salute di tutti – dice il governatore Eugenio Giani – In questo momento particolare, oltre alla lotta al Covid, l’intero sistema sanitario è impegnato anche nel far fronte alle tante richieste di prestazioni mediche e la riduzione dei tempi di attesa. Abbiamo condiviso importanti azioni straordinarie e rinnovato l’impegno comune su questo fronte".

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