REDAZIONE FIRENZE

Sui binari per la rabbia di Calciopoli Quindici anni dopo tutto prescritto

La corte d’appello chiude le accuse nei confronti di una ventina di tifosi viola. Restano i risarcimenti

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Correva l’anno 2006, quello dell’estate nera di Calciopoli. La giustizia sportiva aveva appena pronunciato la sentenza che condannava la Fiorentina alla retrocessione in serie B (ma in secondo grado la sentenza sarà ridotta a forti penalizzazioni per il campionato che si era appena concluso e quello successivo, e i viola rimasero quindi in serie A) e qualche migliaio di tifosi della Fiorentina bloccò i binari del Campo di Marte in segno di protesta.

Oggi, la corte d’appello di Firenze ha dichiarato prescritte tutte le accuse nei confronti di una ventina di tifosi che, tra i tantissimi che manifestarono, erano stati identificati dalla digos quel 17 luglio di accesa contestazione. Restano ‘vivi’ soltanto i risarcimenti per quegli imputati che non avevano transato, da quantificare. Tutti gli altri, una quindicina, avevano chiuso con Ferrovie versando complessivamente 28mila euro. Eppure, per il pm Gianni Tei, il blocco dei binari aveva causato a Ferrovie un danno di oltre un milione di euro, considerato che per la presenza degli ultrà viola alla stazione di Campo di Marte dovettero sopprimere 24 treni e altri 126 convogli subirono fortissimi ritardi.

Le motivazioni della sentenza, che chiude il capitolo giudiziario dopo quasi quindici anni, sono state depositate in questi giorni dai giudici Anna Maria Sacco, consiglieri Roberto Tredici e Raffaella Pezzuto. Nel merito, il tribunale ha rigettato i ricorsi dei difensori degli imputati, che in molti casi avevano riferito di non aver partecipato alla contestazione o di aver occupato i binari per un brevissimo lasso di tempo. Ma la corte d’appello non ha potuto far altro che prendere atto che la giustizia è andata fuori tempo massimo.

D’altronde, anche la sentenza di primo grado - per quei tifosi che non avevano scelto il giudizio con riti alternativi - era arrivata ben otto anni dopo i fatti. Nel 2014, il tribunale di Firenze condannò a pene tra due e sei mesi 25 imputati, accusati di interruzione di pubblico servizio tra i circa 4000 mila presenti alla manifestazione. Ma a quel processo non erano già più presenti le Ferrovie, che avevano rinunciato a costituirsi parte civile dopo aver transato un risarcimento quasi simbolico.La rabbia dei tifosi viola, letteralmente infuriati per la sentenza della giustizia sportiva che condannava alla retrocessione la squadra che sul campo si era conquistata (con lo stesso allenatore che siede in panchina oggi, Cesare Prandelli) niente meno che l’accesso ai preliminari di Champions League, si trasformò in una protesta di quasi quattro ore. In quell’ampio lasso di tempo, circa 24mila viaggiatori si trovarono impantanati, loro malgrado, sulla linea bloccata.