Non si trovano lavoratori stagionali. "Ecco perché i ragazzi vi dicono no"

Firenze, oltre il 40% delle aziende, specie del settore ricettivo, non riesce a trovare dipendenti per l'estate

Un giovane alla ricerca di lavoro

Un giovane alla ricerca di lavoro

Firenze, 20 aprile 2022 - Migliaia di persone non hanno uno stipendio eppure non si trovano lavoratori. Un paradosso tutto italiano che si presenta in maniera sempre più prepotente nel momento in cui si avvicina la stagione calda e centinaia di aziende delle città d’arte e di località marittime si preparano a potenziare l’organico.

Sono oltre 23mila le assunzioni programmate dalle imprese fiorentine tra marzo e maggio 2022, circa 5mila in più rispetto a un anno fa. Resta però difficile trovare il personale.

Ben il 42% delle imprese, infatti, non riesce a trovare le figure richieste. Mancano, in particolare, non solo le competenze ma soprattutto i candidati. A soffrire di più sono alberghi e ristoranti per i quali trovare gli "stagionali" sembra ormai diventato un miraggio. Lo conferma Giacomo Diolaiuti, district manager Archimede spa, agenzia del lavoro con due filiali a Firenze e Prato.

«Firenze e la Versilia sono le zone che soffrono maggiormente – analizza Diolaiuti -. Il problema, oltre alla mancanza di lavoratori, è il disallineamento tra domanda e offerta. Ecco perché noi insistiamo sull’importanza della formazione per ridurre questo divario".

Con il covid, infatti, per i datori di lavoro è sempre più difficile reperire figure specializzate "soprattutto – prosegue Diolaiuti – per quanto riguarda la ricezione e la ristorazione". "Ma ci sono grosse difficoltà anche per la pelletteria. – aggiunge – Da quando è esplosa l’emergenza sanitaria alcuni comparti sono stati percepiti come rischiosi e tanti, nella precarietà, hanno preferito trovare impieghi completamente differenti".

Bastano trascorrere alcune ore tra chi è alla ricerca di un lavoro per capire quali sono i principali ostacoli di chi si trova a rifiutare un contratto stagionale: c’è la paga oraria considerata da molti giovani non adeguata, c’è chi preferirebbe poter lavorare in nero per non perdere il reddito di cittadinanza e c’è infine chi considera dei settori troppo rischiosi. Per la Uil è una questione di garanzie: nella maggior parte dei casi mancano, secondo il sindacato, le condizioni contrattuali per assumere un impegno quotidiano.

«I ragazzi hanno voglia di avere una prima esperienza lavorativa, magari nei settori che sono più vicini ai loro titoli di studio – dice il segretario generale della Uiltucs-Uil Toscana Marco Conficconi -. Oggi poi bisogna fare i conti con il cambiamento della società: da un lato ci sono imprenditori (non tutti) che sono rimasti fermi agli anni del boom economico, quando si viveva nella convinzione che chi voleva lavorare doveva per forza sacrificarsi. Dall’altro abbiamo un mondo che è cambiato con i giovani che sono sempre più consapevoli dei propri diritti e che sarebbero anche disposti a spostarsi e a sacrificare l’estate ma solo in cambio di garanzie".

Per Giacomo Cioni, presidente Cna Firenze, bisogna insistere sulla formazione: "Esiste un profondo disallineamento tra domanda e offerta formativa, che riteniamo possa essere colmato solo adattando i percorsi formativi alle esigenze del sistema produttivo, soprattutto di artigiani e piccole imprese, dunque lasciando un ampio spazio progettuale e di manovra proprio alle imprese stesse".

 

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