"Solo dopo 40 anni è stato premiato il suo film sull’alluvione"

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Professor Valdo Spini, Franco Zeffirelli è un fiorentino più dimenticato o meno considerato dalla sua città?

"Beh, un po’ dimenticato lo è stato di sicuro. Subito dopo l’alluvione del ’66 realizzò quello straordinario documentario con la voce narrante di Richard Burton e le musiche da Roman Vlad, che fece il giro del mondo e grazie al quale la città riuscì ad attirare tantissimi fondi per la sua ripresa. Bene, il riconoscimento dalla città per quel docu-film arrivò 40 anni con una cerimania il 4 novembre del 2006 col sindaco Domenici".

Perchè Firenze lo ha sempre sentito un po’ distante?

"Forse per quel suo atteggiamento molto anglosassone, che lo faceva percepire come uno che sta “fuori“ e non “dentro“ la città. Credo però che questo sentimento sia stato superato col film “Un tè con Mussolini“ del 1999, dove Zeffirelli racconta di fatto la sua storia, con momenti molto toccanti della sua infanzia e della sua biografia. E credo che in quell’occasione la città si sia riappropriata di questo suo figlio e illustre artista".

Eppure le passioni del fiorentino vero le aveva tutte, a cominciare dalla fede viola.

"Era un grande tifoso, ricordo di averlo incontrato tante volte in tribuna al Franchi, specialmente negli anni di Cecchi Gori. Quando eravamo tutti felici e innamorati di Battistuta e questo è un altro elemento di nostalgia".

La politica e l’omossessualità di un cattolico convinto. Tutto questo come ha pesato?

"Soprattutto nei decenni passati, la sua omosessualità non lo ha fatto adottare appieno dal mondo cattolico. E al contempo si può dire che l’intellettualità della sinistra non lo ha mai fatto proprio".

Secondo lei, che ruolo ha la fondazione che porta il nome del grande regista all’interno di San Firenze, nel contesto della città?

"Credo che potrebbe essere inserita meglio. Va considerato che molto dipende anche dall’urgenza con cui è stata decisa la sistemazione della sua collezione o tutto è nato nel Forse perchè pè stata fatta dietnro l’urgenza, senza un’adeguata programmazione a monte. Le potenzialità sono in ogni caso enormi, specialmente nel campo della ricerca delle dispicline artistiche".

O. Mu.

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