
"Penso che anche se a pezzi, a lotti", il carcere di Sollicciano "debba essere gradualmente ricostruito, quindi ripensato sia nel suo ruolo nella città, sia nella sua struttura architettonica ed ingegneristica". Vecchia battaglia quella del sindaco Dario Nardella per restituire dignità a un pezzo di città che da sempre sembra un compartimento stagno, quasi uno scatolone incastrato nel tessuto urbano senza riuscire mai a farne effettivamente parte.
Ieri mattina il primo cittadino è tornato sulla question a margine del primo Open Day sul tema ‘carcere e città’ del progetto I Care, nel carcere fiorentino. Nardella ha sottolineato che "i detenuti devono essere recuperati come dice la Costituzione e dunque devono essere reinseriti nella società: ma una struttura del genere, così vecchia, purtroppo per la sua conformazione architettonica ed urbanistica è una struttura respingente, una struttura completamente separata dal tessuto. Io in questo senso rilancio sempre un mio vecchio cavallo di battaglia che è quello di ripensare radicalmente questo carcere, fino al punto di ricostruirlo totalmente perché pensato secondo concetti vecchi che non sono quelli di sostegno alla comunità che vive e lavora qui dentro, non quelli che consentono di mettere in condizione il detenuto di essere recuperato e reinserito".
Perché, argomenta Nardella, "se la pena non ha la funzione rieducativa, il detenuto esce da questo carcere senza aver imparato il mestiere, senza sapere come reinserirsi e cosa fa allora? Torna a delinquere...".
Il sindaco vuole che "il carcere sia considerato un pezzo della vita della città, e per questo ci sono progetti legati all’ambiente, al parco, agli orti sociali, all’integrazione con il comune di Scandicci, ed è quello di cui parleremo oggi con tutti i soggetti coinvolti". Negli anni le polemiche sulle condizioni del penitenziario fiorentino, che propprio nel 2023 compi quarant’anni di vita, non sono mai mancate.
Ma al di là dei proclami e delle promesse, secondo quanto lamentano spesso e volentieri anche i sindacati, poco e nulla è cambiato all’interno della struttura che somiglia sempre più a una cattedrale (degradata) nel deserto del tutto slegata dal tessuto urbano che la circonda.