Si ripopolano i college americani E adesso si punta su Israele

Primi accordi già siglati con l’università di Tel Aviv, che per la prima volta si affaccia all’estero. Nardella: "Contatti anche con Philadelphia: vogliamo diventare la capitale mondiale dell’alta formazione"

Migration

di Niccolò Gramigni

FIRENZE

"L’accento americano si sente un po’ ovunque e questo ci fa piacere".

A dirlo è il console generale degli Stati Uniti a Firenze Ragini Gupta in occasione della donazione di 10 milioni di dollari dell’ex allievo Daniel D’Aniello e della moglie Gayle alla Syracuse University.

Una buona notizia anche perché la direttrice della sede fiorentina dell’Ateneo Sasha Perugini evidenzia l’aumento esponenziale degli studenti: "Abbiamo ripreso in pieno - commenta, soddisfatta -. In sede attualmente ci sono 150 studenti, ovvero il triplo di quelli che avevamo nel periodo estivo". Insomma, tanta roba. Ed è qui che si inserisce il sindaco Dario Nardella, l’onda di positività va cavalcata.

"S’è patito anche troppo", direbbero in città. "Abbiamo intenzione di allargare il panorama delle Università da portare qui in città, università americane ma anche di altri Paesi e costruire anche progetti che possano vedere domani gli studenti americani in Italia e in città ricevere più opportunità di lavoro – spiega Nardella -. Si parla sempre dell’Italia come il Paese della fuga dei cervelli. Vogliamo essere la calamita dei cervelli, la prima città italiana che importa cervelli di ogni nazionalità. Firenze sia la punta di diamante di un nuovo piano nazionale per portare talenti, invece di farli scappare". Nel frattempo il Comune è a lavoro per rafforzare ulteriormente la rete degli atenei stranieri in città: "Abbiamo già firmato un memorandum of understanding con l’università di Tel Aviv è la prima volta che questa realtà esce dai confini di Israele - aggiunge -. Sappiamo che Israele è uno dei Paesi leader nel settore dell’information technology. Inoltre con la console americana stiamo lavorando su Philadelphia, città gemellata con Firenze dal 1964, che ha una decina di importanti università di altissimo livello. Abbiamo cominciato a esplorare e verificare quale fra queste potrebbe essere interessata a sbarcare a Firenze. Sarebbe sicuramente un altro punto a nostro favore, per fare della nostra città la capitale dell’alta formazione mondiale".

Un paio di anni di sofferenza e ce li ricordiamo: adesso la città pullula di turisti (sulla qualità parleranno gli esperti o chi si spaccia di esserlo ma non lo è) e pure di studenti. È il momento di investire sui giovani e di tornare a sentire, un po’ ovunque, quell’accento americano che obiettivamente un po’ ci mancava.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro