"La setta del Vampiro, il regno della paura". Ecco come gli adepti finivano nella trappola

Patrizia Santovecchi, presidente Osservatorio abusi psicologici: "Mantenere i segreti e la doppia vita danno un senso di potere"

E' intervenuta la polizia

E' intervenuta la polizia

Firenze, 9 febbraio 2020 - Proseguono le indagini della Squadra mobile sulla presunta setta satanica, guidata da uno studente di 23 anni, M.V., al momento unico indagato per riduzione in schiavitù e servitù e violenze sessuali, ai danni di quattro vittime, due delle quali sotto i 18 anni. Oltre alla perquisizione nella casa del guru, gli uomini della Squadra mobile guidati da Antonino De Santis, hanno passato al setaccio le case di altri 7/8 amici-sodali del 23enne alla ricerca di elementi che possano confermare quanto raccontato alla polizia e agli esperti psicologici dell’Onap, l’Osservatorio nazionale abusi psicologici dalle vittime. Storie choc di come con inganni, minacce e violenze passando dall’adesione al gruppo attraverso "un patto con il diavolo" i quattro sarebbero stati costretti ad avere rapporti sessuali con il capo.

In base a quel patto, ciascuno di loro doveva giurare fedeltà e mantenere il segreto su quello che accadeva negli incontri per evitare disgrazie, che sarebbero potute capitare anche ai loro familiari. I luoghi per incontri e rituali erano il parco di Galceti, il parco Le Fontane di Galciana, un cinema a Prato. I rapporti sessuali sarebbero avvenuti spesso nell’auto dello studente.

Un ruolo determinante per aiutare le persone che vivono situazioni analoghe lo svolge l’Onap di Firenze. "Da certe realtà estreme si vuole uscire per disperazione, quando non si regge più e si cerca rifugio nel parlare con qualcuno di esterno al gruppo – dice Patrizia Santovecchi, presidente Onap che non commenta il caso specifico perché le indagini sono in corso –. E’ con il confronto o con una dissonanza, come la vergogna, per quanto di nascosto si sta facendo, che può essere rimesso in moto il senso critico. Fino a quando si è dentro si pensa di fare la cosa che deve essere fatta e basta". Un meccanismo tenuto in piedi dalla paura "pensiero magico che permette di avere potere sugli altri".

Nella rete di certi gruppi possono cadere "sia persone strutturalmente fragili sia coloro che per un periodo difficile diventano più vulnerabili. I giovani hanno bisogni di autostima e di sentirsi più potenti: un’affermazione che può passare anche attraverso l’aggressività e la violenza, sdoganati dal mondo degli adulti da un livello di eccezionalità a un livello di normalità. Anche la familiarità coi videogiochi fa metabolizzare l’atteggiamento violento come normale".

Il fenomeno delle sette "è in aumento: quando sono strutturate, gli adepti sono addestrati a non far trapelare niente. Segreto e doppia vita danno senso di potere". Come arginare il fenomeno? "Con un’informazione costante. E si deve ripartire dalla famiglia con azioni coerenti, non bastano le parole. Ai giovani vanno fatti conoscere i valori veri, dalle buone maniere al linguaggio, dal rispetto per l’altro alla gentilezza".

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