Sesto, il Pd e gli errori del passato

Le elezioni viste dall’assessore fiorentino Alessandro Martini, già possibile candidato sindaco per i dem

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di Sandra Nistri

Nove anni fianco a fianco dell’allora sindaco Andrea Barducci a Sesto, un ruolo da assessore nella ex Provincia, l’impegno nella Caritas fino all’approdo nell’attuale giunta del capoluogo come assessore al Personale. Di Alessandro Martini però, negli ultimi mesi, si è parlato soprattutto come possibile candidato sindaco del Pd a Sesto prima dell’accordo con Lorenzo Falchi.

Ci conferma che poteva esserci una sua candidatura?

"Credo che sia noto e penso di poterlo dire ufficialmente che avevo dato da più di un anno al Pd, di cui sono tra i fondatori a Sesto, la disponibilità di candidarmi se non ci fossero state le condizioni per l’accordo. Come tutti hanno potuto constatare non mi sono palesato pubblicamente perché questo avrebbe ostacolato un discorso che stava andando avanti, con tutti gli alti e bassi che conosco".

Percorso non facile per il Pd quello per l’accordo…

"Non nego anch’io che sia stato difficile riallacciare un rapporto dopo cinque anni di contrapposizioni anche forti in consiglio comunale ma il segretario comunale del partito e tutti quelli che, a livello metropolitano e regionale, si sono spesi hanno lavorato bene e io sono il primo a essere contento che si sia trovato un accordo serio. L’unica cosa che mi sento di dire è che il percorso per un centrosinistra unitario non è avvenuto con un approfondimento anche a livello generale di comunità, di popolo, di tutti gli iscritti ma i tempi erano stretti e questa può essere una giustificazione".

Non crede che questo avvicinamento possa essere considerato una resa del Pd?

"No, non penso. Credo che oggi siamo tutti inclini a vedere la politica come vittoria sull’altro mentre io credo in una politica in cui lavorare alla mediazione porta solo dei vantaggi. Il Pd se la giocherà tutta sulle percentuali che avrà alle prossime elezioni. Un Pd forte può essere tutto fuori che succube, un alleato leale che sarà in grado di far valere il proprio peso specifico per far eleggere il sindaco Falchi per un nuovo mandato e per aumentare la qualità della politica e quindi della vita a Sesto".

Che ruolo può avere oggi Sesto nella Città metropolitana?

"Dobbiamo recuperare il ruolo di Sesto nell’area metropolitana e lo dice l’assessore alla Grande Firenze. Io sono a fianco di Nardella e mi onoro di portare avanti un programma di ricucitura di tutta l’area: o cresciamo insieme o siamo destinati all’isolamento definitivo. C’è tanto bisogno di lavorare, dobbiamo portare tutto il nostro impegno per riparare errori fatti anni fa più per contrapposizioni di carattere personale che politico. Sesto per alcuni anni si è trovata isolata: ci sono realtà limitrofe che sono cresciute tantissimo mentre Sesto è rimasta ferma".

In che senso?

"Faccio l’esempio della tramvia che sarebbe potuta arrivare molto prima a Sesto e, per responsabilità diverse, arriverà con molto ritardo. Oppure la questione del polo universitario, un centro di eccellenza da integrare sempre più con il contesto urbano di riferimento".

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