Seconde case, chi può andarci e chi no

La Toscana accetta da fuori soltanto chi ha qui il medico di famiglia. Spostamenti fra regioni possibili per salute, lavoro e necessità

Un vigile urbano

Un vigile urbano

La Toscana mette una stretta su chi arriva da fuori regione per stare nelle seconde case. In base alle ultime direttive (le cosiddette Faq del ministero) si può infatti raggiungere la seconda casa, anche in un’altra regione, purché sia di proprietà o in affitto con contratto anteriore al 14 gennaio 2021. L’ultimo Dpcm, in particolare, ha reso possibile dal 16 gennaio muoversi anche da una regione arancione o rossa a una gialla per rientrare nelle seconde case. Alla luce di queste norme, il governatore Eugenio Giani, ricalcando quanto già deciso a maggio e novembre, ha però stabilito con un’ordinanza che "chi si sposterà nella seconda casa in Toscana da altre regioni dovrà avere sul territorio il proprio medico di famiglia o pediatra. Saranno comunque consentiti i rientri per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di studio o di lavoro".

"Siamo in zona gialla – ha detto Giani - per cui non ci sono problemi per un toscano ad andare in una seconda casa. Ma non vogliamo che si ripeta quello che accadde negli ospedali della costa nel primo lockdown, quando ci fu un aumento di contagi per gli arrivi da fuori regione". Per il resto, gli spostamenti fra regioni restano possibili per motivi di salute (inclusa l’assistenza a familiari malati), necessità e lavoro, portando con sé l’autocertificazione. "Al momento – spiega il direttore di Anci Toscana, Simone Gheri – i toscani possono andare nelle seconde case anche in altre regioni. In Toscana invece è vietato per chi abita fuori regione raggiungere le seconde case, visti i problemi di contagio del passato".

Lisa Ciardi

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