STEFANO
Cronaca

Se la normalità è un’invenzione priva di fantasia

Stefano

Grifoni

Esiste una regola di giudizio che vale per tutti e permette di distinguere la normalità dalla anormalità? Forse no anche se è vero che, e non voglio parlare di questo, esiste la malattia mentale, il delirio e la superstizione che non si possono considerare condizioni comuni. Proviamo a credere che la normalità sia ciò che è atteso e prevedibile, che ha a che fare con il nostro quotidiano, le nostre abitudini e la nostra salute. Mentre la anormalità con ciò che è strano e inatteso come la malattia e la sofferenza, situazioni che possono esser transitorie e il cui fine è la guarigione. Ciò che è normalità oggi, può diventare anormalità domani e comportamenti che accettiamo oggi possono diventare inaccettabili domani. Non esiste quindi una contrapposizione netta tra le due condizioni. Non c’è niente di statico e nemmeno la normalità è rigida o valida per sempre o per tutti. Così è la vita. La malattia, l’opposto della salute, è una anormalità dello stato di un organismo che può interessare anche la mente. Entra ed esce dall’uomo come da una porta, anormalità e normalità fisiologiche si alternano alla ricerca di nuovi equilibri. Quando durante la malattia convinzioni negative si impossessano di noi, generano sofferenza e conflitti che si perpetuano anche quando la patologia si esaurisce. Nella normalità la sofferenza, dovrebbe costituire un fatto reversibile legato a momenti dell’esistenza e alla possibilità di recupero di uno stato di benessere. La sofferenza vera è quella che non prevede alternative e non permette di attuare soluzioni efficaci per affrontarla e risolverla. Ma chi decide cosa è normale? Forse la normalità è solo una invenzione di chi non ha fantasia. Spesso ci lamentiamo della normalità della nostra vita ma chi è stato colpito da un vero dolore impara ad amare anche la sua normalità.