Scudo verde di 81 telecamere Cintura antismog a Firenze "Le auto inquinanti restano fuori"

Dal 2024 l’accesso alla città sarà vietata ai mezzi catalogati fino agli Euro 4 diesel . Nardella tranquillizza: "Sarà graduale e concordato. Si comincia con bus turistici e mezzi pesanti"

di Olga Mugnaini

Ancora c’è tempo, ma l’enorme Scudo Verde che bloccherà l’accesso alla città a tutti i mezzi considerati inquinanti, sta già preoccupando l’esercito dei pendolari fiorentini.

Previsto dal Pums, il piano urbano della mobilità sostenibile, e approvato da tutti i sindaci della città metropolitana, lo “Scudo“ sarà praticamente impenetrabile, con 81 porte telematiche, 78 in ingresso e 3 in uscita, pronte a fotografare ogni targa che varcherà i confini comunali. Impossibile farla franca. L’unica scappatoia sarà pagare una specie di pass.

Ma tutto questo è ancora lontano. Lo assicura il sindaco Dario Nardella che, ferma restando la volontà di portare a casa il grande ombrello antismog , spiega il percorso a tappe di avvicinamento, parallelo all’avanzata della tramvia.

Sindaco Nardella, che bisogno c’era di queste forche caudine telematiche?

"Prima di tutto vorrei tranquillizzare quel milione e passa fra residenti e pendolari del territorio che lo Scudo non entrerà in vigore prima del 2024. All’inizio riguarderà mezzi pesanti e bus turistici. Nel frattempo cominceremo il confronto con le associazioni di categorie e con i sindaci dell’area metropolitana, per stabilire insieme le modalità di utilizzo. Riguardo al bisogno, ce n’è eccome, perché è un intervento a tutela della salute dei cittadini".

In che senso?

"Da uno studio dell’Istituto superiore di sanità sappiamo che sul nostro territorio ogni anno sono almeno 900 le morti premature a causa dell’inquinamento. A maggio scorso la Corte di Giustizia Europea ha condannato l’Italia per il superamento sistematico delle percentuale di biossido di azoto. E Firenze è una delle aree urbane responsabili di questi sforamenti. Ecco perché dobbiamo intervenire".

Chi non potrà più entrare?

"Essenzialmente coloro a cui sarebbe già vietato adesso, ma che è impossibile controllare. Ossia tutti i mezzi inquinanti catalogati fino agli Euro 4 diesel. Oltre ci muoveremo in accordo con le norme regionali. Quando attiveremo lo scudo, nella primavera 2023, servirà per analisi dei flussi di traffico, controllo veicoli inquinanti già vietati e dei tanti bus turistici e veicoli turistici privati, che da tempo cerchiamo di limitare. Più avanti, dopo il 2024, si valuteranno eventuali altre restrizioni. In ogni caso le parole d’ordine saranno gradualità e flessibilità".

Partiamo dalla gradualità: rispetto a cosa?

"Alla realizzazione delle infrastrutture. A cominciare dalle reti tramviarie: via via che si terminano le nuove linee potremo alzare le restrizioni dello Scudo".

Ci ricorda quali sono le date previste per il completamento delle nuove tramvie?

"Entro il 2025 avremo la linea per Bagno a Ripoli, nel 2026 sarà terminata la tratta stadio-Rovezzano e quella verso Campi Bisenzio. Insomma, muoversi in città senza l’auto privata sarà molto più facile".

Sì, ma i pendolari?

"Per loro ci sarà una rete di parcheggi scambiatori con 6000 nuovi posti auto proprio collegati allo scudo: 350 a Ponte a Greve, 450 nel viale Europa, 350 a Bagno a Ripoli, 400 a Rovezzano, 1500 nel viale Guidoni, 2.500 al Campo di Marte".

Resta l’incubo “pedaggio“.

"Vedremo in quale modo attivare eventuali ticket. Di sicuro c’è che ogni risorsa che verrà dallo scudo sarà reinvestita sul trasporto pubblico. Uno degli impegni è poi migliorare il trasporto ferroviario regionale. Nel frattempo stiamo lavorando per dare la gratuità del trasporto pubblico locale a tutti gli studenti dell’area metropolitana. L’obiettivo è il 2023, in base al bilancio della Città Metropolitana e ai trasferimenti del Governo".

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