Scienze della formazione, gli studenti si appellano alla rettrice: “Lasci a insegnare quel prof così speciale”

Andreas Robert Formiconi è amatissimo dai suoi alunni. Ma per lui è arrivata la pensione e la burocrazia non ammette deroghe

Firenze, 19 maggio 2023 - “Non c’è insegnamento senza relazione”. Ha questo titolo la bella lettera aperta che gli studenti di Scienze della formazione primaria hanno inviato alla rettrice Alessandra Petrucci. Gli alunni, futuri insegnanti, sono “estremamente dispiaciuti” per il mancato rinnovo contrattuale ad un “docente speciale”.

Si tratta del professor Andreas Robert Formiconi, docente del laboratorio di Tecnologie Didattiche. 68 anni, nato a Zurigo, si è laureato in Fisica ed ha fatto ricerca, sempre ad UniFi, sulla medicina nucleare, sulla matematica e sull’informatica. Professore associato dal 2000, è stato poi attratto dal mondo delle Scienze della formazione dove, racconta, “ho aiutato i futuri maestri a raccapezzarsi all’interno del mondo della tecnologia, per massimizzare poi i benefici didattici”.

Nutriamo profonda gratitudine verso la sua persona”, scrivono i ragazzi. Ma che cos’è successo? L’insegnante lo scorso anno è andato in pensione e, per quest’anno accademico, ha ottenuto un contratto post pensionamento di un anno. “Si tratta di di poche centinaia di euro l’anno - dice Eleonora Reviglio, rappresentante degli studenti della scuola di Scienze della formazione primaria -. Quando dal dipartimento ci hanno spiegato di non poter prorogare il contratto per mancanza di fondi siamo rimasti malissimo. Proprio lì si doveva tagliare? Le scelte economiche non dovrebbero esser prese senza minimamente guardare ai bisogni degli studenti. Quel docente è apprezzato da tutto l’Ateneo perché ci fa crescere. È molto innovativo e validissimo umanamente. Il suo laboratorio è appassionante”.

“Di quali professori ha bisogno un’Università pensata per formare i futuri insegnanti?”, s’interrogano i ragazzi nella lettera aperta.

“Il professor Formiconi (anche se quando leggerà queste parole probabilmente si lamenterà dell'etichetta "professore") - proseguono, - incarna esattamente, dal punto di vista professionale ed umano, quello di cui abbiamo bisogno. È capace di vedere sul serio i propri studenti, di interessarsi a noi, di partire dai nostri bisogni e curiosità. É sempre pronto a fare scoperte e mettersi in discussione, animato dalla voglia di imparare e migliorare ancora e ancora. Non è forse questa l’essenza dell’insegnamento?”. L’insegnante aveva deciso “non certo per una questione economica”, di “poter portare avanti il suo amore per l’insegnamento". Ma a causa dei tagli all’Università dal prossimo settembre il laboratorio avrà un altro insegnante. E il professor Formiconi fino ad aprile 2024 potrà seguire solo tesi ed esami. Poi, stop.

“Tutto questo fa riflettere su quanto sia sbagliato un mondo in cui siano i soldi a decidere per il futuro delle persone. In Italia solo una piccola parte dei fondi statali viene destinata all'Università e in questo modo la qualità della didattica viene schiacciata dalla burocrazia. Non può esserci insegnamento senza relazione. Eppure nel momento in cui è stata fatta una scelta di fronte alla mancanza di fondi, è stato proprio l’aspetto relazionale ad essere scartato, tagliato fuori”, denunciano gli studenti. Che accusano:

“Siamo diventati macchine sforna esami, maciniamo crediti senza capire davvero il senso di quello che si sta facendo. Invece, durante il suo laboratorio, abbiamo imparato mettendoci in gioco, sperimentando, sbagliando ma, soprattutto, siamo stati obbligati a pensare, a fermarci e riflettere sul nostro percorso di formazione e di vita”.

Questa lettera, concludono, “vuole esprimere l’immensa riconoscenza per il rapporto tra il professore e noi studenti, perché finalmente qualcuno ci ha dato modo di sperimentare l’educazione vera e ha dato esempio di come si possa essere un buon insegnante, consapevole che tutte le volte che entra in classe ha di fronte a sé il futuro”.

Il prof: “L’affetto dei ragazzi mi dà da sempre tanta forza”

“Sì, mi sarebbe piaciuto rimanere - conferma il professor Formiconi -. Purtroppo l’Università naviga in ristrettezza, non ha un’autonomia per queste cose e deve limare i costi al massimo. Detto questo, ci tengo a dire che tra me ed UniFi non c’è alcun attrito, anzi. Io sono infinitamente riconoscente all’ateneo ed ai colleghi del mio dipartimento, che dal 2016 mi hanno dato carta bianca per queste mie sperimentazioni a ruota libera. L’affetto dei ragazzi mi dà da sempre tanta forza. Tutto nasce dalla mia forte attitudine all’ascolto. La mia piccola storia conferma che, anche a livello universitario, alla base di tutto c’è il rapporto umano. Ecco, io cerco sempre di mettere al primo posto lo spirito d’iniziativa dello studente”.

UniFi: Bisogna tener conto delle esigenze di razionalizzazione

Da parte sua, UniFi fa sapere che lo scambio fra ricerca e didattica e il dialogo fra docenti, studentesse e studenti, sono prioritari nella vita dell’Ateneo, che deve tuttavia tener conto delle esigenze di razionalizzazione delle risorse che riceve dalla comunità pubblica. Tali risorse devono essere impegnate in primo luogo sul personale strutturato, pur nella stima e nella gratitudine per chi ha svolto il suo compito con grande dedizione e riscuotendo il sentito apprezzamento dei nostri giovani.

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