REDAZIONE FIRENZE

Scacco allo strozzino dei negozianti

Beni per circa 2,5 milioni di euro confiscati da Finanza e carabinieri: l’uomo esigeva oltre il 300% di interessi

Il procuratore aggiunto Luca Tescaroli

Il provvedimento in esecuzione da qualche giorno e del quale si è avuta conferma ieri appartiene a una più ampia strategia istituzionale, basata sul coordinamento dell’Ufficio della Procura di Firenze per le misure di prevenzione e per il contrasto ai patrimoni illeciti anche di provenienza mafiosa, diretto dal procuratore Giuseppe Creazzo. L’intento è quello di contrastare, anche attraverso l’applicazione della normativa antimafia, l’infiltrazione criminale dell’economia legale. Procura e forze dell’ordine hanno trovato conferme ai loro sospetti: la crisi, la pandemia, il lockdown hanno ulteriormente peggiorato la situazione. Le somme si potranno tirare tra un paio di anni quando le indagini suil fenomeno si chiuderanno. Le Fiamme Gialle, peraltro, come compito istituzionale, hanno anche quello di sottrarre i patrimoni illeciti costruiti sfruttando la crisi di liquidità e tentando di aggirare le norme antiriciclaggio.

L’attuale operazione, nella fattispecie, vede la confisca di beni per circa 2 milioni e mezzo di euro a un usuraio che esigeva oltre il 300% di interessi da commercianti fiorentini in difficoltà economica.

I militari dei comandi provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Firenze hanno messo i sigilli a beni di un imprenditore già condannato per molti e gravi episodi di usura commessi tra il 2011 e il 2017 in danno di commercianti che lavoravano nel comune e nell’hinterland fiorentino. Nel complesso, sono stati confiscati 25 rapporti finanziari, 2 autoveicoli, 3 quote sociali e 3 fabbricati, di cui uno con posto barca da 9 metri.

Gli approfondimenti patrimoniali hanno consentito di giungere al provvedimento di confisca cosiddetto "per sproporzione". Significa che il tenore di vita dell’uomo e della famiglia era assolutamente sproporzionato ai redditi dichiarati per anni. Nel 2020 dunque, dopo che l’uomo aveva patteggiato nel 2018 una condanna a 3 anni e 10 mesi, era scattato il sequestro operato in sede di incidente di esecuzione per la prima volta nel capoluogo toscano.

L’indagine che aveva portato alla condanna definitiva era stata coordinata dal procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, e dal pm Christine von Borries, e partita con le indagini dei carabinieri della Compagnia di Firenze Oltrarno, a seguito di una denuncia presentata da un’imprenditrice fiorentina finita nella rete dell’usuraio.

In particolare, hanno scoperto gli investigatori di Finanza e Carabinieri, si erano rivolti all’usuraio, costretti da problemi finanziari, 6 titolari di bar, ristoranti e negozi, pattuendo la restituzione dei prestiti con brevissima scadenza, tra uno e tre mesi.

A una delle vittime l’usuraio, Francesco Cardone, 51 anni di Sant’Eufemia d’Aspromonte e residente a Poggio a Caiano, stava portando via un appartamento del quale peraltro aveva già in casa la piantina e la bozza di contratto.

L’inchiesta era partita dalla denuncia di una imprenditrice che, allo stremo delle forze, aveva chiesto aiuto.

am ag