Santa Maria Novella, il catering degli abusivi: chef express a prezzi stracciati

Insalata di riso, pollo e anche gelati. La rabbia degli imprenditori: "E noi paghiamo tasse su tasse"

Santa Maria Novella, il catering degli abusivi (fotocronache Germogli)

Santa Maria Novella, il catering degli abusivi (fotocronache Germogli)

Firenze, 18 luglio 2019 -  Piatti pronti, insalate e ciotole di riso. Panini e cotolette di pollo ma anche dolci e contorni venduti a prezzi stracciati e serviti direttamente sotto il naso, sulle scalinate della Basilica di Santa Maria Novella o lungo quelle della Basilica di San Lorenzo. Il quartiere, stretto tra il Duomo e la stazione centrale, porta di ingresso per milioni di visitatori, continua a offrire storie al limite dell’inverosimile. E a raccontarle sono i commercianti che pagano fior di quattrini per tenere aperta la propria attività e offrire un servizio all’altezza dell’immagine della città. In piazza Santa Maria Novella, a un soffio di metri dalle bellezze che tutto il mondo ci invidia, un gruppo di stranieri, vende cibo e bevande senza permesso, senza rispettare alcun tipo di norma igienica né fiscale.

A offrire il servizio di ‘ristorazione a chilometro zero’ sono soprattutto persone provenienti dal Bangladesh ma anche dal Marocco, dal Senegal e non mancano gli algerini. Fanno su e giù a piedi o con una bicicletta munita di cestino. Prima servono i clienti abituali, di solito connazionali, e poi cercano di adescare i nuovi. «E’ assurdo, noi paghiamo tasse su tasse, dobbiamo attenerci a regolamenti severi e a qualunque tipo di norma. Eppoi quotidianamente ci ritroviamo sotto gli occhi persone che vendono di tutto senza nessun tipo di permesso, in barba a qualunque legge» è amareggiata Beatrice Trambusti dal 1986 dietro il chiosco di lampredotto di via dell’Ariento.

Pochi giorni fa, un peruviano di 64 anni è stato sorpreso dalla polizia municipale mentre vendeva ghiaccioli ai passanti. Il tutto rigorosamente senza nessuna autorizzazione. Una pattuglia del reparto antidegrado in servizio nella zona di via Alamanni ha notato l’uomo mentre distribuiva ghiaccioli ai turisti in cambio di denaro. Gli agenti lo hanno fermato e identificato. Dagli accertamenti è emerso che si tratta quindi di un cittadino peruviano di 64 anni, in regola con le norme sull’immigrazione ma senza l’autorizzazione necessaria per effettuare la vendita sul suolo pubblico. Per l’uomo è quindi scattata la sanzione da 5mila euro prevista dalla legge regionale sul commercio. La merce e lo zaino sono stati sequestrati.

«Assurdo, si deve fare qualcosa e cambiare la rotta. In questo modo si attira solo un turismo di bassa qualità» apre le spalle un ristoratore della zona, Gennaro Fabbrocini. Sono diversi - sei i più assidui - e girano anche con teiera e servizio di bicchieri in plastica. Spesso gli alimenti traspaiono dalle buste della spesa o dai contenitori di polistirolo. I prezzi variano: dai 50 centesimi per il caffè ai 3 euro per un piatto di riso. «Più persone ci hanno segnalato un vero e proprio catering a cielo aperto – ha attaccato Jacopo Cellai, capogruppo Forza Italia in Consiglio comunale Palazzo Vecchio –. C’è un problema di igiene, di permessi e di immagine. Vendere cibo e bevande senza autorizzazione non è una cosa qualunque e le regole devono valere per tutti». Ma all’incredibile non c’è mai fine: oltre ai pasti espressi in piazza, c’è anche chi gira con il blocchetto per prendere le ordinazioni, proprio come in una tavola calda a cielo aperto. In barba ai divieti e alle più normali regole di igiene.

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