
Il nuovo centro medico avanzato inaugurato i primi di luglio all’ospedale Serristori ha registrato un buon numero di accessi: in due mesi quasi 600 pazienti si sono rivolti alla struttura sanitaria che nell’ospedale è nata sulle ceneri del pronto soccorso. Qui medici e infermieri dalle 8 alle 20, sette giorni su sette garantiscono assistenza solo per casi a bassa complessità e codici di urgenza minori che si presentano da soli. Non ambulanze, che vanno a Ponte a Niccheri o a Montevarchi, né casi gravi, anch’essi dirottati sui veri pronto soccorso. Ma proprio il boom di accessi di questo primo periodo sperimentale, fanno riflettere il consigliere regionale di FdI Elisa Tozzi (foto). "Il presidente Eugenio Giani – ricorda – ha annunciato che non si torna indietro, che il Serristori non potrà avere un servizio di emergenza-urgenza vero e proprio. Ma la necessità c’è e i numeri lo dimostrano: il Valdarno ha bisogno di un vero presidio sanitario sul territorio, non un ospedale declassato. Non si può privare dell’emergenza-urgenza un’area così vasta".
Il centro medico avanzato, dice Tozzi, "è solo un surrogato di un pronto soccorso. Va bene razionalizzare le risorse, ma perché i tagli finiscono per riguardare sempre la provincia di Firenze? Alla faccia della tanto sbandierata sanità territoriale".
Secondo il consigliere di Fratelli d’Italia "il Serristori non è più un presidio degno del nome di ospedale mentre prosegue il “pellegrinaggio“ dei pazienti verso il pronto soccorso de La Gruccia di Montevarchi".
Manuela Plastina