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San Valentino lascia la bocca amara Tanta gente a passeggio, ma gli affari latitano

Il barista di via del Corso: "Senza turisti qui è tutto morto". Il ristoratore: "Speravamo in questa festa, ma l’asporto non tira". In giro molti giovani fra le Cascine e il centro: "Manca il lavoro e non possiamo viaggiare: non ci resta che studiare ancora"

Al bar pasticceria Cucciolo, in via del Corso, stentano a crederci. "Mi sono emozionato nel sentire la sua voce - dice il titolare Alessandro L. Bacchio con una punta di tristezza -, credevo fosse una cliente". Storie di ordinaria disperazione. Sono quelle dei gestori di ristoranti e bar del centro storico di Firenze che hanno dovuto ingoiare l’ultimo boccone amaro della zona arancione iniziata proprio ieri, il giorno di San Valentino. Che per molti esercizi poteva rappresentare invece una boccata d’aria, in un’altalena di colori che rende sempre più instabile la loro situazione già precaria. "Sono più di 70 anni che abbiamo quest’attività, ci piacerebbe festeggiare gli 80 se ce lo permettono e non ci fanno chiudere" - continua Alessandro -, il problema è che qui senza turisti è tutto morto, residenti non ce n’è quasi nessuno". Poi entra una coppia a chiedere un paio di bomboloni. Una piccola luce in fondo al tunnel. Che non si vede però per molti ristoratori come Simone Verderame, titolare del ristorante "Agricola Toscana". "Per ora non s’è visto nessuno per l’asporto", afferma sconsolato. Certo è che a rischiarare la domenica di ieri, con tanto di festa degli innamorati annessa, ci ha pensato la bella giornata nonostante le temperature polari. In piazza della Repubblica, via dei Calzaiuoli e anche in zona Sant’Ambrogio, gruppi di giovani e coppie non sono mancati. Come non è mancata la fila davanti alla pasticceria Nencioni in via Pietrapiana. "Abbiamo la nostra clientela affezionata composta soprattutto da adulti e anziani che vivono in zona. Anche se è abbastanza faticoso perchè non essendoci molto spazio all’interno del bar dobbiamo far stare i clienti fuori con questo freddo e richiamare le persone quando non rispettano le regole - ci dice la titolare Maria Grazia Nencioni -, non ci possiamo lamentare però perchè le nostre frittelle sono andate a ruba".

C’era gente anche al parco delle Cascine, pieno ma non troppo. Ana è brasiliana, trapiantata a Firenze da due anni. "Mi sono trasferita qui per continuare a studiare violino. In questi giorni di pioggia sono stata a casa ad esercitarmi, però questa volta ho deciso di fare una pausa e venire al parco. Il mio San Valentino? Lo passo sola perchè il mio ragazzo vive in Sardegna e a causa del divieto di spostamento non sono potuta andare da lui". Egzy e Francesco invece hanno la fortuna di passarla insieme la festa degli innamorati, anche se "i nostri programmi erano diversi - dicono - o meglio non avevamo fatto programmi perchè in questo periodo non se ne possono fare ma speravamo di andare fuori Firenze". Insieme a loro c’è Avana, una tenera cagnolina che li accompagna ovunque. Insomma, passeggiata alle Cascine, panino da mangiare in giro in centro e si resta in zona.

Stessa storia per Elisabetta, Sheida e Giacomo. Anzi. Loro in realtà sono rimasti nelle vicinanze di casa, a Sant’Ambrogio. "Lo passiamo così il San Valentino, io da single e loro in coppia, a fare una chiacchierata qui sui gradini della chiesa – scherza Elisabetta, 25 anni e una laurea in Beni Culturali. "Il vero problema di questo periodo è la mancanza di lavoro per noi giovani. Io ne approfitto per prendere una terza laurea e migliorare le mie competenze per il futuro". Un futuro più roseo, si spera, senza tinte che vadano dall’arancione al giallo e al rosso.

Ludovica Criscitiello