
Da destra, Maurizio De Scalzi e Andrea Blandi (foto Gianluca Moggi/New Press Photo)
Firenze, 20 gennaio 2021 - I gestori delle residenze sanitarie per anziani in Toscana lanciano l'allarme: senza misure urgenti è a rischio la sopravvivenza del sistema. Colpite duramente dalla pandemia, dalle difficoltà anche economiche legate all'acquisto di tamponi, dispositivi di protezione, sanificazioni e ristori che coprono solo in parte il danno subito negli ultimi mesi, le Rsa si preparano all'agitazione. E annunciano azioni a tutela del settore, a cominciare da una manifestazione regionale il 10 febbraio.
Il comitato di coordinamento dei gestori punta il dito soprattutto contro l'ultima urgenza: l'esodo di infermieri verso le Asl a seguito dei concorsi che dalla scorsa primavera sta producendo "pesanti carenze di organico" e che rischia adesso di aggravarsi a seguito del nuovo bando annunciato dalla Regione per perfezionare altre 3.700 assunzioni a tempo indeterminato.
Di qui la richiesta alla Regione formalizzata dal coordinatore del comitato dei gestori delle Rsa toscane, Maurizio De Scalzi, e dal presidente dell'Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale (Uneba), Andrea Blandi, di intervenire su quattro fronti: garantire fino al termine dell'emergenza Covid-19 che gli infermieri assunti dalle aziende continuino a lavorare nelle Rsa, l'erogazione di nuovi indennizzi per compensare le spese sostenute durante l'epidemia, la definizione di un contratto ponte 2021 per le residenze Covid o con bolle Covid e la creazione di un'anagrafe per gli anziani vaccinati in modo da poter tornare ad aprire le strutture a nuovi ingressi.
Le difficoltà dell'ultimo anno delle Rsa in Toscana, una realtà da 12.800 posti letto e 10 mila addetti, conclude il comitato di coordinamento, "mettono a rischio il mantenimento di standard assistenziali minimi e dunque la sopravvivenza stessa di questi luoghi".