Insegne accese, ristoratori in trincea: "Consegneremo le chiavi dei locali al sindaco"

La battaglia di oltre 2mila imprenditori svincolati dalle categorie

La protesta dei ristoratori (New Press Photo)

La protesta dei ristoratori (New Press Photo)

Firenze, 20 aprile 2020 - Firenze tornerà ad illuminarsi, per una sera, di nuovo e simbolicamente per l’ultima volta. Per 10 minuti sembrerà quasi che il coronaviurs non abbia chuso a chiave le attività. Il 28 aprile, alle 21, i Ristoratori Toscana accenderanno le insegne del proprio spazio, come simbolo di rinascita. Ma il giorno dopo andranno a consegnare al sindaco la chiave del proprio ristorante: "In questa condizione non sono in grado di mantenere i miei dipendenti". Si chiama Risorgiamo Italia, la manifestazione organizzata per chiedere maggiore attenzione dal gruppo Ristoratori Toscana, oltre 5mila tra Firenze, Pistoia, Empoli, Prato, Lucca, slegati da associazioni e schieramenti politici. Una protesta che parte da Firenze, dove gli imprenditori che hanno aderito sono quasi 2mila, ma che sta coinvolgendo tutta Italia: al nucleo fiorentino si sono uniti oltre 60mila ristoratori di tutta Italia. Tra l’altro, il gruppo sta coinvolgendo anche gli altri settori del commetcio, in modo "da fare rete e aiutarsi gli uni con gli altri". «Vogliamo fare arrivare la nostra voce ai piani alti – spiega Pasquale Naccari, il portavoce del gruppo - e chiediamo al sindaco di aiutarci. Qualcuno deve fare qualcosa, altrimenti in pochi ce la faranno a riparire con un danno che si ripercuoterà su tutta la città. Farci aprire in queste condizioni vuol dire farci morire. Sia chiaro, la nostra volontà è quella di tornare a lavorare ma ci rendiamo conto che non ci sono le condizioni, in alcuni locali con le nuove misure non entrerebbero più di tre persone. Ci sono quelli che lavorano principalmente con i turisti e quelli che hanno un gran numero di dipendenti. Come possiamo far fronte alle spese che avevamo con incassi che non saranno di certo più gli stessi. Più che altro bisogna studiare un modo che possa permetterci di aprire ma a condizioni sostenibili". Proprio oggi, i portavoce del gruppo avranno un incontro in video collegamento con il sindaco Dario Nardella e con l’assessore Federico Gianassi. "Abbiamo avuto una prima risposta – prosegue – e di questo siamo contenti". Naccari , nei giorni scorsi, con un vetraio e un tecnico specializzato in sicurezza dei locali, ha simulato come potrebbe essere un’esperienza al ristorante, alla luce delle norme anti contagio da rispettare. Fino al più piccolo dettaglio ha organizzato il suo ristorante di via Gioberti, uno spazio da 14 tavoli con 54 posti a sedere. Dopo la riorganizzazione dello spazio, i tavoli sono diventati quattro e i posti dai quattro ai 16, dipende dal numero di persone della stessa famiglia che entrano. Senza considerare i camerieri che dovranno servire con guanti e mascherine, la cucina e le difficoltà di controllo dei clienti, alcuni dei quali potrebbero essere asintomatici e quindi mettere in pericolo tutti, anche rispettando il regolamento. «E’ chiaro che non possiamo aprire così – sottolinea -. Il Governo deve tenerci chiusi, farsi carico dei costi fissi e preservare le imprese in modo che quando saremo in grado di ripartire nessuno abbia chiuso. Non vogliamo aiuti personali ma strumenti per far sopravvivere le nostre aziende che daranno lavoro a milioni di persone e permetteranno allo Stato di non dover mantenere milioni di disoccupati domani". Durante la simulazione, il portavoce dei Ristoratori Toscana ha suddiviso i vari tavoli garantendo la distanza di 1.80 metri uno dall’altro con pannelli di vetro su fioriere, i posti a sedere apparecchiando la tavola in modo che i clienti siano di fronte, suddivisi da un vetro o da uno specchio. Dieci giorni fa, i titolari di ristoranti hanno inviato a Rossi e Nardella una richiesta di aiuto, sotto forma di un appello in più punti. Tra le altre cose, viene chiesto l’azzeramento delle imposte locali, la sospensione della ztl sia normale che estiva almeno fino a gennaio 2021 e la sospensione di tutti gli spazi estivi in modo da poter fare ripartire le aziende che hanno sempre dato lavoro in modo continuativo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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