Rissa fra genitori, sospesa la partita fra tredicenni. Bambini in lacrime

Affrico, brutto episodio durante una partita fra 13enni

Calcio (foto d'archivio)

Calcio (foto d'archivio)

Firenze, 18 marzo 2019 -  Gli “esordienti” di Affrico e Cattolica Virtus stavano dimostrando sul campo che si meritano di stare ai vertici del loro campionato. Ma sugli spalti, qualcuno si è dimenticato di essere ad assistere ad un incontro di calcio di ragazzini di nemmeno tredici anni ed ha cominciato ad azzuffarsi.

L’agonismo, la tensione, il divertimento e perché no, la magia della partita sono improvvisamente e brutalmente svaniti: i baby calciatori sono tornati quello che sono, bambini. Candidi e sensibili. Chi si è imbambolato a guardare verso la tribuna, cercando con lo sguardo il proprio babbo o la propria mamma, nel capannello sui gradoni. C’è chi ha cominciato a piangere. E anche chi, stizzito, si è rivolto all’allenatore: «Ma non possiamo continuare senza di loro?»

No. I dirigenti in campo, tra cui l’ex portiere di Fiorentina, Milan, Napoli e nazionale italiana, Giovanni Galli, responsabile del settore giovanile della società del Campo di Marte e allenatore dei ragazzi del 2006, hanno ritenuto che non ci fossero più le condizioni per andare avanti. Troppo difficile isolare i bambini sul rettangolo di gioco da quello che accadeva intorno, troppo infervorato il clima. L’arbitro - che in queste categorie non è un ‘vero’ arbitro, ma si presta a farlo un dirigente – ha ascoltato le due squadre e ha deciso che la partita non si sarebbe completata. Interrotta dopo pochi minuti di gioco dell’ultimo tempo, il terzo, perché il campionato che si stava disputando ieri mattina ha regole diverse rispetto al calcio dei grandi: campo e porte più piccole, nove per parte, tre frazioni di gioco da venti minuti. Peccato che allo spirito che contraddistingue questa categoria, siano rimasti impermeabili certi genitori. Non entriamo volutamente nell’oggetto della contesa che ha scatenato la scintilla tra gli spettatori, tanto nessuno ha ragione. «Era giusto dare un segnale, anche se alla fine non è successo niente», dice il dg della Cattolica, Paolo Bosi. Entrambe le società stanno pensando a incontri con educatori per i genitori irrequieti.

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