Risorse umane Serve un serio investimento

Simona

Giuliani*

Un territorio, quello toscano, caratterizzato da aziende medio-piccole. Fra queste non mancano le imprese in cui la leva di sviluppo del business è stata determinata da una politica di risorse umane strutturata, ispirata e innovativa: ma queste realtà forse non rappresentano un campione sufficiente per capitalizzare le potenzialità del territorio e consolidare un modello di sviluppo imprenditoriale solido e lungimirante. Questo può rappresentare un freno alla capacità di governare il cosiddetto "new normal". La nuova normalità non è iniziata in un momento specifico e temporalmente collocato di "ripartenza", in cui ricominciare da dove ci eravamo fermati a inizio pandemia. Questo rende la sfida ancor più ardua per chi, nel tempo, non ha investito sulle persone.

Per cogliere le opportunità che una crisi porta con sé si deve avere il giusto equipaggiamento. Per guardare al futuro con inventiva e non subire il cambiamento è fondamentale dotarsi, oltre che di capacità adattiva, di team in grado di assumersi la responsabilità, anche degli errori ma con la spinta motivazionale di un ambiente inclusivo, che sostiene le persone della squadra e le loro idee. A oggi non sappiamo esattamente quante aziende governeranno il "new normal" più forti di prima; certo è che il mercato del lavoro è in stand by per effetto del ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali: molte sono le persone che, da più di un anno, sono in cassa integrazione e le cui competenze sono in freezer. Sarebbe auspicabile un serio investimento per lo sviluppo di queste risorse, in termini di know-how tecnico e di soft skills. Cosa sarà di loro e della loro capacità di adeguarsi al mondo del lavoro post Covid, quando arriverà il momento dello scongelamento?

* presidente Gruppo Toscana Aidp (Associazione italiana per la direzione del personale)

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