Il rischio siccità incombe in Toscana

Il 2022 si è chiuso con un deficit pluviometrico. L'inizio 2023 aveva fatto sperare, ma a febbraio ci sono state pochissime piogge

Siccità

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Firenze, 7 marzo 2023 – Il rischio siccità in Toscana incombe e le piogge, anche copiose, di gennaio non sono servite a risolvere il problema. Secondo i dati del Servizio idrogeologico regionale (Sir), l’annualità 2022, appena trascorsa, si è chiusa con un deficit pluviometrico in Toscana. Negli ultimi 12 mesi il deficit a livello regionale è stato di circa -11% (corrispondente a -107 mm di pioggia), con particolare criticità nella toscana nord-occidentale, con deficit medi compresi tra il -32% e il -37% (corrispondente a 500-600 mm di pioggia in meno) nelle valli del Magra, del Serchio e nella zona Versilia-Apuane. Se da un lato nei primi giorni del 2023 si era sperato in un recupero, a febbraio dal punto di vista della siccità è andata malissimo: piogge inferiori alla media in quasi tutta la Toscana, con un deficit pari al -57%, che tradotto significa circa 47 mm di pioggia in meno. Tantissimi. Le portate fluviali registrate nel mese di febbraio 2023 evidenziano valori medi inferiori a quelli storici (< 25° percentile). Questo andamento, visibile in tutti i bacini, risulta particolarmente evidente riguardo al Serchio, nel Valdarno Inferiore e negli altri bacini costieri centro-settentrionali. I dati relativi al Valdarno Superiore e all'Ombrone grossetano mostrano valori leggermente migliori, posizionandosi tra il 25° e il 75° percentile, ma si attestano proprio in corrispondenza del limite inferiore di questa fascia, confermando nella sostanza il deficit generale. Anche per quanto riguarda le falde (ne sono state esaminate 68) si assiste a un abbassamento nell'area centro settentrionale del territorio toscano, in particolare nei bacini del Serchio, in Versilia e nella riviera Apuana. “Ci auguriamo che la realtà sia migliore delle previsioni – ha detto l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni – tuttavia stiamo lavorando su più fronti per farci carico del problema e tentare di prevenire le criticità. Già lo scorso anno, grazie al Dipartimento di emergenza nazionale, abbiamo realizzato interventi per 4 milioni di euro finalizzati alla lotta alla siccità, tra cui nuovi pozzi, interconnessioni, manutenzione e riempimento depositi; inoltre, in virtù della proroga dello stato di emergenza nazionale, abbiamo potuto presentare nuovi progetti, sui quali siamo già al lavoro con Autorità idrica toscana e con i gestori. A questo dovrebbe aggiungersi il nuovo invaso di San Pietro in Campo in Val d' Orcia, con un potenziale da 50 milioni di metri cubi di acqua. Stiamo anche confrontandoci con gli agricoltori sul tema dell’irrigazione agricola, ma il ruolo dei cittadini resta fondamentale e per questo ritengo essenziale informare fin da subito la popolazione di questo rischio e invitarla ad evitare sprechi di acqua”. “Per una conoscenza esatta del problema – ha aggiunto Monni – è essenziale il lavoro del settore idrogeologico regionale che monitora costantemente la quantità di acqua presente sia nei corsi d’acqua che nel sottosuolo. Poiché la situazione, dopo l’estate critica del 2022, è tornata nuovamente a livelli di attenzione, ritengo opportuno avvisare del rischio tutti i cittadini toscani e dar loro la possibilità di seguire lo sviluppo della crisi idrica”.

Niccolò Gramigni

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