"I conti della società sono in ordine, il bilancio è solido, forti di un tesoretto di cassa di 5 milioni. Che non saranno comunque sufficienti alla realizzazione del nuovo mercato, ma può rappresentare una base di partenza. Resta un’esigenza: accelerare". Chiaro il messaggio del presidente di Mercafir Tapinassi, società gestore dei mercati dalla governance pubblico-privata la cui concessione è in scadenza per il 2029. Tapinassi ieri è salito a Palazzo Vecchio, in audizione nella commissione controllo presieduta da Paolo Bambagioni (Lista Schmidt). Sul tavolo dei commissari una panoramica sullo stato dell’arte finanziario e urbanistico. Perché sull’area mercatale di Novoli insistono le previsioni contenute nel Poc. "Valutazioni politiche - sottolinea Tapinassi - che sono oggetto ora di interlocuzione con il Comune, e coi soci tramite sessioni individuali". Incontri utili a raccogliere indicazioni per la "formulazione del piano strategico e industriale", tenendo conto delle "esigenze del quartiere Novoli, degli operatori del mercato, delle imprese, dei grossisti e degli stakeholder", precisa Tapinassi. Le istanze del presidente? "Prendo atto che il poc prevede la suddivisione dell’area Mercafir in due zone diverse: quella nord per il nuovo mercato e quella sud per l’area logistica di prossimità per i veicoli elettrici. Il mio obiettivo finale è quello di rifare il mercato, dando anche adeguato spazio alla ’cittadella del cibo’ che leghi produttori e cittadini". "La domanda che tutti ci facciamo - commenta Bambagioni - è se ha senso avere una società che gestisce i mercati quando questi sono cambiati profondamente. Potrebbe esserci una modalità di rilancio dei mercati tradizionali, sull’esempio di Milano. Si riqualificano i vecchi mercati con altre attrazioni, soprattutto con il cibo ma anche la cultura; ne beneficia tutto il territorio. Lo spazio ci sarebbe, ci vuole una volontà chiara da parte della proprietà, il Comune". In ogni caso, dice Tapinassi, un treno "da prendere al volo sarebbe quello per l’aggiudicazione fino a 10 milioni dei fondi Pnrr. In caso di riassegnazioni, si procederebbe spediti in quanto vincolati al 30 giugno 2026, salvo proroghe".
Francesco Ingardia