Rifredi Un rione a caccia di futuro La scommessa delle ex fabbriche

Per anni fulcro produttivo della città, il quartiere convive oggi con i ’buchi neri’ dei grandi stabilimenti dismessi. La tramvia amata e odiata: Careggi è più vicina ma il traffico va spesso in tilt. Il nodo caro affitti per gli studenti

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di Carlo Casini

Un rione controverso Rifredi, simbolo di modernità, rivoluzione industriale ma con una storia antichissima. Sui colli rimangono le rovine di necropoli a testimonianza che queste terre erano già note agli etruschi. Le ville medicee di Careggi, La Quiete, Topaia, Petraia ricordano che erano calcate dalla famiglia che portò Firenze ai fasti della Signoria, su strade ben più antiche, importantissime già per i Romani: il fiume che lo attraversa, il Terzolle prende nome dalla terza pietra miliare (tertium lapidem) della Cassia nuova che da Firenze si inseriva sulla Cassia Vetus (antica).

Quel fiume che, per inciso, era detto Rio freddo, per le gelide acque che scendono da Cercina e che ha originato toponimo Rifredi. Poi si affiancò una strada di ferro, la ferrovia Maria Antonia inaugurata nel 1859 che sancì il destino di Rifredi di rione dell’epoca moderna. Il primato del rione del Pignone, appena fuori Porta San Frediano, di luogo della rivoluzione industriale fiorentina durò perciò poco: nei pressi della nuova infrastruttura sorsero i principali stabilimenti della città. Galilei, Manetti e Roberts, Macelli, Istituto farmaceutico e Panificio militare, Superpila. Nasce la Rifredi operaia che Vasco Pratolini narra ne ’La costanza della ragione’.

Così in quel curioso alternarsi di palazzine borghesi e grandi condomini operai, spuntano fabbriche, oggi perlopiù in disuso: alcune sono state riconvertite in complessi residenziali e commerciali; altre sono diventati i buchi neri del quartiere.

Il Meccanotessile con la sua situazione irrisolta su cui si sono però aperte speranze; gli ex macelli di via Circondaria con il progetto Stazione Foster incancrenito da un ventennio vede finalmente una svolta con l’annuncio dell’aggiudicazione dei lavori che partiranno a marzo; il Panificio militare che ospiterà un’Esselunga, un parco e un parcheggio. Assai agognato quest’ultimo, giacché l’era contemporanea ha (ri)portato una nuova via ferrata: il tram, che se da una parte ha avvicinato Careggi al centro, dall’altro causa non pochi mal di pancia a chi suo malgrado, è costretto a muoversi in auto e ai commercianti.

Già Careggi: ché Rifredi è anche il rione del principale polo ospedaliero, eccellenza nazionale, eppure non mancano sacche di degrado, strutture abbandonate che hanno fatto da sfondo ai peggiori episodi di nera: l’omicidio a coltellate in un regolamento di conti per droga a Villa Monatessa ha fatto esplodere paure e proteste. Settimana scorsa a una manifestazione contro spaccio e criminalità, cui ha corrisposto una maxioperazione di Polizia. Ma rifredini a pieno titolo sono anche gli studenti fuori sede che frequentano che combattono una guerra impari contro il caro affitti.

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