CARLO CASINI
Cronaca

Rifiuti e giacigli in fiamme. A fuoco terreno occupato. S’indaga sulla pista dolosa. Divieto raccolta ortaggi

L’incendio è divampato di notte vicino all’impianto di manutenzione dei treni. Da Sesto a Legnaia odore di bruciato. Firenze e Campi emettono un’ordinanza. .

La parte ovest di Firenze, ma anche Sesto e Campi ieri si sono svegliate asfissiate da una terribile puzza di plastica bruciata. La causa è un grosso incendio che si è sviluppato all’Osmannoro, vicino all’Idp (Impianto dinamico polifunzionale) ferroviario. Il rogo è scaturito esternamente al plesso di manutenzione dei treni, in una terra di nessuno tra i capannoni. Qui, tra il deposito ferroviario, il parcheggio di una concessionaria e una campagna malandata di macchia e sterpaglia, c’è uno spicchio di terreno abbandonato cui si accede da una stradella fangosa e dissestata che si imbocca dal parcheggio dei camion della nettezza di via Curzio Malaparte, alla rotonda prima dell’area di servizio. Un fazzoletto di suolo dove negli anni sono stati accumulati rifiuti di ogni sorta e si nasconde ciò di cui la vicina città si vuol liberare e chi non vuole farsi vedere. E lì erano stati tirati su rifugi di fortuna da occupanti abusivi, tra plastiche, mobili rotti, ferraglie, rottami. Sono stati proprio quei rifiuti a essere incendiati, si sospetta in maniera dolosa. Forse con un fuoco per scaldarsi, forse per bruciarli al fine di liberarsene, forse per estrarre rame: le indagini, a cura dei vigili del fuoco, sono in corso. Per fortuna nessuna persona è rimasta coinvolta.

Il rogo è stato spento in mattinata dai vigili del fuoco, che sono accorsi dal distaccamento di Firenze Ovest, Calenzano e dalla sede centrale, all’una di notte, trovandosi davanti a uno scenario apocalittico, con fiamme altissime e un fumo denso. I pompieri non hanno perso tempo e in venticinque, sono riusciti subito a ridurre il rogo, scongiurando il pericolo che si propagasse al deposito dei treni e a quello della concessionaria. I miasmi hanno attanagliato la città. La puzza ieri mattina, si sentiva ben da lontano: "Credevo di avere un problema al motorino, mi sono accorta che la causa era esterna solo dopo", testimonia Manuela, che lavora a Careggi. Sul versante sestese, "Al Polo scientifico stamattina quasi non ci si stava dalla puzza di bruciato", racconta Marco.’

Il Comune di Firenze, su proposta di Arpat e Asl, ha emesso un’ordinanza che vieta il consumo di ortaggi coltivati entro 300 metri dal rogo, ma non è necessaria nessuna precauzione sulle coltivazioni future. Analoga ordinanza ha emesso Campi per la contiguità con San Donnino. Seguirà poi un’ordinanza che prescriverà al proprietario del terreno la rimozione dei rifiuti e la verifica della contaminazione del suolo

Recandoci sul luogo, cominciamo a percepire l’odore ammorbante fin dalla Federiga. Oltrepassando Ponte all’Indiano, alle 10,30 è forte. Ma scesi in via Curzio Malaparte è quasi soffocante. "Fino a un’ora fa dovevo tenere due mascherine per sopravvivere", ci dice il benzinaio. Lo scenario è sconcertante: un camion nel piazzale della concessionaria sta pompando acqua di là dal confine, per farspengere ai pompieri le ultime braci. Una ruspa sta bonificando le montagne di rifiuti bruciati. A pochi metri una lunga fila di bombole di gas, miracolosamente non deflagrate, a non più di trenta metri dai 2.200 metri quadi che le fiamme hanno devastato, forse erano vuote. In un angolo, un cumulo di sacchi a pelo e coperte, indice che comunque qualcuno ha eletto a casa questa discarica, e forse continua pure ad alimentare con il traffico di rifiuti. "Non hanno mai dato noia, per la verità, ma certo fanno quel che vogliono – afferma un operaio di un vicino capannone – Non è la prima volta che vengono bruciati rifiuti lì".