Referendum anti studentati di lusso La partita politica sul nodo alloggi

Via libera del Collegio degli esperti del Comune ai due quesiti per il plebiscito “Salviamo Firenze”. La consigliera Bundu: "Può essere un segnale importante che la cittadinanza manda all’amministrazione". .

Il via libera del Collegio degli esperti del Comune di Firenze ai due quesiti per un referendum contro gli studentati di lusso, denominato “Salviamo Firenze”, ha un peso politico notevole. Il sindaco Dario Nardella dovrà emanare il decreto per la raccolta firme entro il 2 giugno, e dal momento in cui il referendum viene ammesso ci saranno quattro mesi di tempo per raccogliere 10mila firme di residenti, affinché il plebiscito possa essere messo ai voti di tutta la cittadinanza.

Entrambi i quesiti hanno come oggetto il nodo degli alloggi per studenti. "In uno – spiega Antonella Bundu, la consigliera comunale di Sinistra Progetto Comune, supportata nel comitato referendario da Alberto Mariani, Massimo Torelli, Dmitrij Palagi e Roberto De Blasi (M5s) – chiediamo la cancellazione della possibilità di trasformazione della destinazione urbanistica da direzionale pubblico a privato per immobili con superficie superiore ai 2mila metri quadrati, così da bloccare il passaggio degli edifici che prima avevano funzione di uffici in mano a imprenditori, che molto spesso ne hanno ricavato enormi studentati di lusso". Mentre nel secondo quesito "chiediamo l’abolizione della norma che favorisce gli studentati di lusso – continua Bundu –, permettendogli di svolgere anche attività alberghiera per un periodo extra". La norma vieterebbe la possibilità a queste strutture di affittare le stanze, destinate agli studenti, per pochi mesi a turisti “mordi e fuggi”.

Il giudizio positivo di ammissibilità arriva in un momento particolarmente caldo per la città, con un aumento sempre più forte del prezzo delle case e degli affitti e un’offerta immobiliare che esclude studenti e lavoratori e avvantaggia i turisti. Per intenderci, gli studenti fuorisede dell’ateneo fiorentino sono circa 20mila, mentre i posti nelle residenze del Diritto allo studio (Dsu) sono solo 1.700, a fronte di molte migliaia di richieste e di 2.857 studenti che per reddito sarebbero aventi diritto. Il voto referendario, ci spiega Bundu, dovrebbe tenersi i primi di dicembre. Salvo una negoziazione preliminare tra i promotori e il sindaco Nardella, che può chiedere di ritirare i due quesiti impegnandosi in cambio a recepirne il merito nel Piano operativo comunale (Poc).

"Il referendum non ha un valore strettamente giuridico – chiosa Bundu –, ma può essere un segnale importante che la cittadinanza manda al Comune, e, visto il delicato argomento degli alloggi, siamo sicuri che l’adesione sarebbe sicuramente molto ampia". Stasera, alle 21.15 all’Sms di Rifredi, debutta la campagna di lancio per sensibilizzare i cittadini sul tema.

Pie.Me.

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