Radical chic? Forse sì Ma il brand dura una vita

Ma no, ma dai. Accorpare Miche e Galileo non è proprio possibile. Sarebbe come se a Milano fondessero Milan e Inter. Due società orgogliose e ambiziose, perché così, sono da sempre, i due licei classici di Firenze separati da una camminata di dieci minuti ma forti di identità decisamente distinte tra loro e, soprattutto, dagli altri due concorrenti: il rigido Dante e il sottovalutato Machiavelli. Comunque il Miche resta il Miche. E un padre o una madre che ha fatto il Michelangelo farà di tutto perché un figlio segua la stessa strada. Il classico di via della Colonna è sempre stato un po’ liceo cittadino e molto liceo di quartiere. Dovevi essere sulla rotta del sei, per arrivare da lontano. Forse per questo il Galileo, un tempo con cento bus a portata di mano e comunque a due passi dalla stazione, ha sempre sempre avuto una frequentazione ad ampio spettro. I michelagiolini (non tutti, sia chiaro) erano quelli che poi

sarebbero stati definiti radical chic. Che non è esattamente un complimento.

Ma l’idea che una certa borghesia illuminata mandasse lì i propri figli è sempre stata viva e forse resiste ancora un po’. E poi c’era una volta la politica quella totalizzante con le sue regole: la giacca di velluto, la kefia, La Repubblica o il Manifesto infilato in tasca. Il Galileo non era un “nemico”, era semplicemente un’altra storia. Le occupazioni partivano dal Miche, e non era un caso. Preziosissimo il campetto per giocare a calcio distante cento metri. Piazza D’Azeglio era un ottimo rifugio in caso di forca last minute o di sciopero. E poi gli insegnanti. Quelli idolatrati, come il mitico prof Tassinari, che ti faceva amare la filosofia come nessuno, il professor Greco di italiano, la Sbrilli, la Conedera, per citare nomi che hanno cresciuto più generazioni. E la prof Astore, una versione light della temibile Bosco del Dante, donne che quando ti interrogavano a matematica o fisica ti mettevano addosso ansia e agitazione. E’ vero che dal Galileo è uscito il maestro Tiziano Terzani.

I michelangiolini erano famosi per essere un po’ snob, d’altra parte la zona aiuta. Ma per tanti e quasi tutti noi quella scuola resta un brand da portarsi dietro per sempre. Sì, il dogma è sempre vivo: come il Miche nulla. L’idea di unirsi al Galileo non ha proprio senso. Non dal punto di vista storico, evocativo, emozionale. Forse non è un caso se la finale di calcio dei licei fiorentini che si giocherà oggi sia proprio tra Miche e Galileo. L’unico vero derby. Che deve restare tale.

Benedetto Ferrara

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro