Più attenzione per l’artigianato il nostro tesoro

Marco

Vichi

Abito in un paesino del Chianti, terra di vigne, di oliveti e di artigiani, patria del “cotto” migliore del mondo, il più resistente, il più bello, quello voluto da Brunelleschi per la sua miracolosa cupola. In questa zona la produzione dell’olio e del vino ha subito una potente trasformazione: al posto dell’antico contadino chino sulle zolle, amareggiato e sfruttato, adesso ci sono moderne coop e società di giovani laureati in agraria con visioni moderne, macchinari all’avanguardia, competenze di marketing e comunicazione. Un vero ritorno alla campagna, ma con avventure e approcci degni di questa epoca. Ma in questo periodo, due bravissimi e navigati artigiani, un falegname e un produttore di terracotta anche artistica, mi hanno detto la stessa cosa: nessuna crisi, moltissimo lavoro, al punto che fanno fatica ad accontentare i clienti. Avrebbero dunque bisogno, e vorrebbero, assumere giovani artigiani, ma non riescono a trovarli, e le rare volte che li trovano, o non sono preparati, o non hanno voglia e tempo di imparare il mestiere: "Quando chiuderò l’attività, qui finisce tutto" mi hanno detto più o meno. Non sono al corrente di quante scuole o laboratori ci siano per apprendere questi due bellissimi mestieri, ma se i due artigiani che ho nominato incontrano tali difficoltà, qualcosa che non funziona deve pur esserci. Sono sicuro che da qualche parte i giovani interessati ci sono, forse basterebbe che qualche istituzione pubblica prendesse in mano il problema e cercasse di risolverlo, creando un’importante scuola di artigianato e mettendo poi in contatto chi cerca gli aspiranti artigiani e i giovani che hanno voglia di intraprendere quella avventura. Se poi questa realtà già esiste (ripeto: ne so poco), potrebbe essere potenziata e pubblicizzata, magari anche finanziando un format TV sull’artigianato, un talent sulla falsa riga di MasterChef e affini, programmi che hanno fatto esplodere di iscrizioni le scuole alberghiere per anni, offrendo ai ristoranti la possibilità di rinnovarsi e continuare a esistere (anche se adesso, purtroppo, è uno dei settori più penalizzati).

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