
Pitti, quando la moda si fa arte Agli Innocenti la mostra dei ragazzi dell’Istituto europeo di design
di Eva Desiderio
Virilità e passione a Pitti Uomo 104 con otto calcianti che si mettono in posa con Silvio Calvigioni Tombolini per la foto ricordo del salone per l’abbigliamento maschile, giovane imprenditore esponente della famiglia marchigiana che produce gli abiti sartoriali e innovativi del brand Tombolini (e che è anche direttore marketing e comunicazione). Succede anche questo oltre allo struscio continuo di dandy e finti-eleganti per i corridoi della Fortezza da Basso ieri molto invasi da compratori e giornalisti, questi ultimi specie gli stranieri coccolati da Pitti Immagine al ristorante della stampa tra pappa al pomodoro, inzimino e favolose ciliege con gelato di Vivoli dal catering Galateo di Simone Arnetoli.
Bella la sorpresa di Ied, la scuola di alta formazione di fashion e design diretta nella sede fiorentina da Danilo Venturi, per lo svelamento del progetto "Transitions" che ha avuto come mentore l’artista Lucy Orta. Gli otto studenti da Italia e Spagna hanno concepito una mostra intelligente e stimolante, ognuno con la sua interpretazione intima e virtuosa di cosa è oggi la moda, con questa determinante consulenza che mette sempre più in rapporto Arte e Moda, binomio perfetto per uscire dalla banalità. Luogo scelto per l’evento l’Istituto degli Innocenti, concesso dalla direttrice del Museo degli Innocenti Raffaella Natalini, uno spazio simbolico per la tutela della vita, dell’infanzia, dell’umanità e gli studenti hanno potuto lavorare con Lucy Orta sotto un magnifico affresco seicentesco del Poccetti. Cose che possono accadere solo a Firenze, e proprio durante Pitti Uomo. Raffaello Napoleone, ad di Pitti Immagine, ha ricordato come già nel 2000 la Orta fosse venuta a Firenze per il salone maschile con una riflessione sull’abbigliamento-rifugio.
Davvero notevole il lavoro degli studenti dello Ied spiegato anche dal direttore accademico della scuola Riccardo Balbo oltre che dal direttore Venturi. "La moda ha bisogno di mescolare i propri codici, con arte, cultura, musica e qui ci sono anche stoffe che suonano!", dice Danilo Venturi. Per Lucy Orta si deve puntare a una rigenerazione urbana che guardi ai più deboli e il Museo degli Innocenti è la sede più adatta per queste intenzioni. "Questo è un momento di cambiamento – dice l’artista – dobbiamo lasciare il nostro segno. Puntando a una identità in sintonia con la Natura e con la macchine, su degli ibridi moderni per disegnare gli abiti del futuro".
Nuovo e inedito l’approccio all’happy fashion alla Sala delle Nazioni con lo stilista di origini thailandesi Chu Suwannapha che disegna Chulaap, brand fondato nel 2025 che si distingue per le stampe coloratissime. Interessante la selezione di stilisti attenti all’ecologia e alla sostenibilità di SStyle, come pure l’approccio altamente sartoriale del Maestro Antonio Liverano invitato per la prima volta da Pitti Immagine al Salone con uno stand che profuma di artigianalità e di fatto a mano per davvero al Piano Terra della Fortezza.