
di Barbara Berti
Nell’ultimo consiglio comunale di Campi è stato approvato un documento che esprime "contrarietà alla realizzazione di una nuova pista aeroportuale nel Parco della Piana Fiorentina", presentato dai consiglieri comunali Andrea Tagliaferri, Daniele Matteini e Simona Pizzirusso del gruppo consiliare ’Sì-Fare Città’.
Ma con le dimissioni del sindaco Emiliano Fossi, cosa accadrà con la partita dell’aeroporto? La ormai ex consigliera Pizzirusso, tramite una nota, ha espresso forti preoccupazioni visto che le dimissioni (e il conseguente scioglimento del consiglio comunale e la caduta della giunta) "hanno svuotato il significato politico e sostanziale del lavoro fatto, votato e approvato". E ha ribadito che ’Sì parco No aeroporto e inceneritore’, continuerà la sua battaglia per la realizzazione del Parco agricolo della Piana fiorentina e continuerà a opporsi alla realizzazione di nuove opere infrastrutturali assurde come è assurdo e insostenibile il progetto di un nuovo aeroporto di Firenze".
Dubbi sul futuro li esprime anche Tagliaferri che via social si domanda "quando arriverà il nuovo progetto chi ci sarà ai tavoli politici e non per difendere gli interessi dei cittadini di Campi? Nessuno" (in pratica il commissario che ha il compito di guidare l’ente fino alle prossime elezioni amministrative). Il Pd di Campi, tramite il suo segretario Lorenzo Galletti rassicura che "l’ordine del giorno approvato resta agli atti. E l’approvazione è una posizione netta".
Il Pd, però, non chiude alla discussione sul nuovo progetto. "La nostra posizione storica di contrarietà al vecchio masterplan, espressa in ogni sede, è sempre stata basata su rilievi di merito. Quando la strada della politica non è stata più sufficiente, abbiamo percorso, con altre comunità, la strada del ricorso giudiziario che ci ha visti vincitori in tutte le sedi, segno che quei rilievi erano fondati" recita una nota del partito.
E prosegue: "Ci sembra positivo che, sulla questione aeroporto di Firenze, si sia abbandonata la politica muscolare e che si voglia perseguire un dialogo con le comunità. Questo dialogo dovrà necessariamente ripartire dalle varie prescrizioni di carattere ambientale e urbanistico succedute negli anni e dando pari dignità a tutti gli interlocutori politici e istituzionali. Solo così si potrà arrivare ad una soluzione che tenga insieme tutte le esigenze".