Paolo Rossi, l'ultima lettera alla moglie: "Grazie per quello che hai fatto per me"

Intervista alla consorte del campione, Federica Cappelletti: "La malattia è iniziata con un dolore alla schiena"

Paolo Rossi con Federica Cappelletti (Fotocronache Germogli)

Paolo Rossi con Federica Cappelletti (Fotocronache Germogli)

Firenze, 10 dicembre 2020 - E’ composta nel suo dolore, Federica Cappelletti, giornalista e scrittrice. La scomparsa dell’amore della sua vita è un dolore che la spezza senza toglierle quell’eleganza sempre misurata. Paolo Rossi, suo marito Pablito, non c’è più. Chi era Paolo Rossi nella vita? «Paolo per me è l’Amore. La prima sensazione, restando senza di lui, è che mi manchi anche l’aria. Perché noi ci respiravamo, anche. E’ veramente difficile pensare di vivere una vita normale. Perché dopo Paolo si può solo sopravvivere». Cos’è successo, come avete scoperto la malattia? «Era cominciato tutto con un dolore alla schiena. Il controllo durante il lockdown, al ritorno del nostro viaggio alle Maldive aveva messo in evidenza un nodulino al polmone. Era stato operato. Tutto era andato bene.  E c’erano le condizioni per tornare a vivere normalmente». Poi cos’è accaduto? «A un certo punto è cominciata una serie di fatti accidentali che nulla c’entravano con l’origine della sua malattia. Cadute, ossa rotte, forse dovute alla fragilità del suo fisico che si era indebolito. Quindi una nuova operazione al femore e dopo le complicazioni. Infine l’ha ucciso un blocco intestinale». Avete affrontato la malattia insieme, senza separarvi mai... «Insieme abbiamo affrontato la malattia, io e lui per scelta. Senza nessun altro. Nonostante gli amici più cari si fossero fatti avanti, abbiamo deciso di farlo da soli. Anche perché c’erano le premesse per tornare a stare bene. Niente poteva far presagire tutto quello che poi è stato, per un destino, per un caso, perché la vita non si sa mai quale strada sceglie per noi». Era ricoverato all'ospedale di Siena e  la cercava in ogni momento... «Aveva bisogno di tenermi la mano, quando venivo via dall'ospedale, anche solo per farmi una doccia, mi chiamavano le infermiere chiedendo che tornassi perché lui stava cercando la mia mano. ‘Fede Fede Fede’, sento la sua voce che mi chiama. E’ qui, dentro e fuori di me». Un grande amore ricambiato... «In questi mesi il nostro amore è cresciuto ancora. Ho apprezzato la differenza nel raggiungere un’intimità profonda, della quale dubitavo l’esistenza. Toccare con mano le fragilità è stata un’esperienza di consapevolezza della grandezza del nostro amore. Provavo emozione anche solo a sfiorarlo, a curare una ferita. Una cosa veramente grande, tanto grande che forse tutte le parole non sono abbastanza. Sì, un amore forte forte forte». Che non si ferma qui... «La vita va avanti, nonostante tutto. E io ho la grande responsabilità di crescere le nostre due bambine, con quello stesso amore che loro rappresentano al meglio. Le crescerò con i suoi principi, i suoi valori che sono fari nel buio. Mi farò forza, tutta quella che troverò, e porterò avanti, con la determinazione di sempre, tutti i progetti cominciati insieme. Le ceneri di Paolo saranno sempre con me a sostenermi». E’ riuscita a parlare con le bambine? «Ho dovuto. Per farlo  ho acceso tutti i televisori e ho fatto partire le immagini sui telefonini. Chiedendo loro di guardare: questa è la grandezza e la semplicità di vostro padre. Loro lo hanno conosciuto come una persona normale. Per loro era il papà, non un fenomeno. Era babbo Paolo e non Pablito campione del mondo». Lei racconta di avere imparato molto da suo marito. «Paolo mi ha insegnato tanto. La semplicità delle cose, l'umiltà. Lui mi diceva sempre che essere grandi significa sapersi relazionare con tutti, non solo con i potenti ma anche con le persone che incontri sotto casa. Donandosi. Paolo mi ha insegnato tanto. Principi e valori sani. Paolo era veramente tanto, era tutto. Intelligenza, generosità, spirito di sacrificio, bontà di un cuore grande. E io sono felice e grata di tutto quello che mi ha dato». Nel festeggiamento del vostro decimo anniversario alle Maldive lei voleva celebrare il vostro amore... «Un attimo prima che scoppiasse la pandemia avevo organizzato a sorpresa la nostra festa: ci siamo risposati nel decimo anniversario delle nostre nozze, a marzo di quest’anno. Alle Maldive. Ho organizzato tutto senza che lui scoprisse nulla. Io non so spiegarmi perché, ma sentivo che dovevo fare questa cosa per celebrare il nostro Amore, rendergli onore. Ed è stato bellissimo». Quando vi eravate conosciuti? «Nel 2003. Ci siamo avvicinati piano piano. Ho capito che era amore vero quando per lui ho lasciato tutto. Ho mollato la mia città, la mia famiglia, il mio lavoro, anche con un certo stupore ho scoperto la felicità di fare tutto senza sentirne il peso. Questo si fa solo se c’è amore». Lui era convinto di riprendere la sua vita normale. «Lui ha vissuto sempre con l’ottimismo nel cuore. Convinto che sarebbe tornato a fare le sue cose di sempre, fino all’ultimo. Le condizioni per tornare in piena salute c’erano». Come ha vissuto il campione? «Io non ricordo il campione Pablito, ma il campione del mio cuore. Vengo da una famiglia di grandi sportivi, ma io ho imparato a conoscere Paolo, anche sotto l’aspetto sportivo, da quando ci siamo incontrati. Stando con lui, vivendo il suo ambiente. Prima non avevo la percezione di quello che lui aveva fatto, l’ho vissuto nei suoi racconti». Che marito è stato? «E’ stato un campione del cuore, una cosa che va oltre la grandezza atletica. Per entrambi è stato amore vero, talmente forte che ci ha dato la forza di affrontare tutto, scegliere di investire sulla famiglia, di fare due bambine anche se lui non aveva vent’anni. Un amore speciale vive ogni cosa, anche la più semplice, come fosse la più bella del mondo». Siete riusciti a dirvi tutto, anche all’ultimo? «Io gli ho detto che doveva andare, l’ho rassicurato che mi sarei presa cura delle nostre bambine. Lui non voleva andarsene. Credo che il nostro sia soltanto un arrivederci. Mi ha lasciato una lettera...». Cosa le ha scritto? «Che non riusciva a dormire perché era agitato. Guardava le nostre foto che gli mandavo sul cellulare, pensando al nostro grande amore. Mi ringrazia per le cose fatte per lui e per le bambine. Per me è difficile dire queste cose...  Dice che sono davvero unica per le energie che metto e per l'amore che riesco a mettere in ogni cosa. Ma la persona davvero straordinaria era lui che l'altro giorno aveva visto il derby Juve-Torino alla tv come un tifoso».

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