Firenze, 8 maggio 2025 – Maati Moubakir è stato ucciso con una coltellata al cuore, dopo essere stato massacrato con calci, pugni, colpi di casco e altre pugnalate. A dirlo è il referto dell’autopsia eseguita dal medico legale Susanna Gamba, incaricato dal pm titolare dell’inchiesta, Antonio Natale, il 31 dicembre 2024. Il 17enne, morto all’alba del 29 dicembre scorso a Campi Bisenzio dopo una serata passata in discoteca, non si è difeso. Non ha avuto il tempo. Sul suo corpo infatti non sono state rinvenute “lesioni tipiche da difesa”, perché non vedendo l’arma avvicinarsi non ha potuto neanche cercare di proteggersi.
Le pugnalate inferte su Maati sono state in tutto cinque. Inflitte con due diversi coltelli (non rinvenuti nel corso delle indagini da parte dei carabinieri). Una ha interessato la parte fronto-orbitaria del viso, incidendo lievemente l’osso sottostante. La seconda è andata a colpire la parte bassa della schiena: il giovane ha perso molto sangue, ma non è stata quella letale. Le altre, invece, sono state tutte “di grave entità”. Una ha raggiunto il cuore, recidendone parzialmente una parete. Un’altra ha raggiunto il rene destro, recidendolo, con copiosa emorragia interna. E infine l’ultima, diretta al cuore, che ha reciso “completamente una porzione, con conseguente inarrestabile emorragia e arresto cardiacaj”. È la ferita mortale.
Cinque in totale sono i giovani finiti dietro le sbarre: Francesco Pratesi, 18 anni, Denis Mehmeti, 20, Ismail Arouizi, 22, Denis Alexander Effa Ekani, 20, e il 18enne Diego Voza. L’accusa è quella di concorso in omicidio volontario aggravato dall’aver agito per futili motivi e con crudeltà per la particolare efferatezza dell’azione criminosa e la giovane età degli indagati.
Quella notte di dicembre, tutto sarebbe iniziato da un alterco dentro la discoteca Glass Globe tra una ragazza della compagnia di Campi Bisenzio e un ragazzo, probabilmente non del posto. Quest’ultimo sarebbe stato additato dalla giovane donna di essere il responsabile del furto della sua sigaretta elettronica ’Iqos’ avvenuto addirittura l’estate precedente. Lui, per tutta risposta, avrebbe risposto all’accusa sputandogli in faccia, per poi dileguarsi. Un gesto che ha scatenato un flusso di ricerche e telefonate mirate a ritrovarlo per dargli ’una lezione’. Così, nel giardino della scuola Matteucci, nel dopo discoteca, la ricerca del responsabile sarebbe andata avanti con l’aggiunta di persone che non erano neanche in discoteca. Fino all’”identificazione”, si fa per dire, di Maati. Che con quel furto della sigaretta elettronica, e con quello sputo, non c’entrava nulla. Ma ormai era finito suo malgrado dentro a quella spirale di violenza cieca e incontrollata.
Sulla dinamica e la sequenza ’killer’, il medico legale offre una ricostruzione che combacia per molti tratti con le immagini delle telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato l’orrore di quella notte. Maati è stato dapprima colpito al volto con oggetti e pugni, mentre intanto cercava di scappare e urlava ai suoi aguzzini: “Fra, non sono io, non sono io, lasciatemi vi prego”. Un primo fendente gli è stato poi inferto sul volto. Le altre coltellate sono state sferrate in momenti diversi. Quelle sul dorso per prime, dolorose e sanguinanti, tuttavia non letali “trattabili” con un’operazione chirurgica di emergenza. Le ferite toraciche sono state le ultime due subite, quando Maati già sanguinante si trovava sull’autobus. Entrambi sono gravi, entrambi raggiungo il cuore. La prima, spiega il medico legale, avrebbe potuto essere trattabile con un intervento cardiochirurgico in emergenza. La seconda, invece, “ha leso il cuore creandovi un’ampia breccia, risultando mortale”.
Domani, infine, ci sarà l’incidente probatorio del super testimone. Il giovane sarebbe stato minacciato dagli amici degli indagati e il suo racconto della notte, molto accurato e valutato come attendibile, deve essere ’congelato’, “onde preservare la genuinità della testimonianza” dagli effetti negativi “di fattori inquinanti”.