
MUGELLO
Terra che affascina e conquista, dai crinali coperti da verdi boschi e accarezzata da dolci colline a valle. E’ il Mugello, la terra della famiglia dei Medici, che qui ha avuto le sue origini nel XIII secolo e i suoi primi possedimenti, oggi diventati siti Unesco. Ma l’angolo verde della Toscana, tra Firenze e Bologna, è anche la terra di Dante Alighieri. In treno, a piedi o in sella alla bici è possibile andare alla scoperta di questo territorio toccando i luoghi legati al Sommo Poeta grazie all’itinerario turistico proposto dell’Unione Montana dei Comuni del Mugello, che rientra nel più ampio progetto interregionale "Le vie di Dante" che la Città Metropolitana sta sviluppando, capofila con il coinvolgimento di 34 comuni toscani e romagnoli. In Mugello le tracce di Dante sono molte. Si trovano nel castello di Montaccianico, a Scarperia, dove la presenza del Sommo Poeta si suppone già dopo il Convegno di San Godenzo del 1302, quando il castello divenne centro politico e militare dei Ghibellini e dei fuoriusciti Bianchi nella lotta contro Firenze. O all’Abbazia di San Gaudenzio a San Godenzo dove l’8 giugno 1302 il Sommo Poeta è tra i firmatari dell’accordo fra Ghibellini e Guelfi bianchi cacciati da Firenze e gli Ubaldini, per poter rientrare a Firenze, in quel tempo dominata dai Guelfi Neri.
Le deliberazioni non ebbero successo, i Bianchi vennero sconfitti e Dante decise di staccarsi dai compagni fiorentini, "compagnia malvagia e scempia". Ma Dante conosceva bene anche Palazzuolo sul Senio, così come le Cascate dell’acquacheta che si ritrovano in un canto dell’Inferno. A Marradi, Dante è legato da una leggenda: in paese gli fu rubato il cavallo, e quando denunciò il furto gli viene obbiettato che lì erano tutti galantuomini. Al che, Dante rispose con un arguto gioco di parole: "Sì, ma-radi!". Secondo altri avrebbe detto: "Marradi, piantan fagioli e nascon ladri".
Barbara Berti