REDAZIONE FIRENZE

Nel pieno della battaglia

Il 5 marzo scorso è stata inaugurata una mostra molto originale sulle battaglie combattute dai fiorentini in Toscana nel XIV e XV secolo che merita alcune considerazioni storiche ed etiche. La mostra del pittore Alessandro Vannini è stata inaugurata dal presidente de “La Soffitta, spazio delle arti” a Colonnata di Sesto Fiorentino, Mariani e dall’assessore alla cultura del comune di Sesto Fiorentino Madau. Vannini ha raffigurato in grandi disegni la battaglia di Altopascio del 1325, l’arresto di Savonarola in San Marco nel 1498, il Sacco di Prato del 1512, la battaglia di Gavinana del 1530, l’assedio di Firenze del 1529 e dei dipinti ispirati alla battaglia di San Romano di Paolo Uccello. I disegni, qui citati in maniera non cronologica, evidenziano il terrore sui volti dei combattenti e la possibile morte incipiente di alcuni di essi. Disegni suggestivi che, anche per la loro ampiezza scenica, fanno respirare a chi li guarda la polvere della battaglia. Molti degli intervenuti hanno visto in questa mostra un inno alla pace. Non si sono resi conto che la evocazione di queste battaglie equivale per l’umanità al periodo di malattia che prima o poi colpisce ogni essere umano. Tutti vogliono la pace e la salute, ma il pittore Vannini ci ricorda che la guerra è sempre stata un mezzo o di aggressione o di difesa per i popoli della terra. Anche Firenze ha fatto le sue guerre sanguinosissime e crudeli. Come ci ricorda questa mostra, l’ultima battaglia di Firenze è stata il giorno 11 agosto 1944, 79 anni fa. L’importante è non chiudere gli occhi su questa realtà e alle sue interpretazioni.

Attraversando insieme al sindaco Giorgio Morales il salone de’500 in Palazzo Vecchio, accompagnando Helmut Kohl cancelliere della Germania, questi si fermò in mezzo al salone, guardò i dipinti di Giorgio Vasari sulla battaglia di Anghiari e le altre pitture che ricordano le guerre per la conquista della Toscana combattute da Firenze nel XVI secolo e mi ricordo che disse: “in Germania se qualcuno vedesse queste pitture direbbe i tedeschi sono sempre i soliti guerrafondai, qui a Firenze invece tutti dicono sono dei capolavori dell’arte!”. E’ proprio così.