REDAZIONE FIRENZE

Navigando il mare della precarietà

La tragedia immane della guerra in Ucraina ha reso visibile il concetto della precarietà umana e il continuo racconto della morte ha fatto crescere in tutti noi un disperato attaccamento alla vita e un senso di solidarietà e fratellanza. Molti migranti muoiono in mare per realizzare un sogno, lasciano il loro paese per venire nel nostro.

Per alcuni di loro la vita è divenuta un perenne naufragio e un continuo alternarsi di drammi spesso evitabili.. Il termine precarietà è entrato nella nostra anima per le sensazioni che stiamo vivendo a livello personale e relazionale. Si rimuove per questo ogni forma di pensiero non riuscendo più ad interrogarci e a riflettere sui veri motivi del tempo che trascorre.

Percepiamo la nostra temporalità e quindi l’impossibilità di durare eternamente. Si impara, andando avanti con gli anni, che precaria non è solo la nostra esistenza ma precarie sono anche le nostre decisioni specie quelle sentimentali che ambirebbero a essere per sempre. Pensando alla complessità della vita anche la nostra presenza nel tempo è messa in dubbio e così anche gli istanti diventano precari quando cerchiamo di armonizzare i nostri ricordi e le emozioni più violente. La precarietà è una condizione presente sul lavoro, nello studio, in amore e nelle passioni ed è la dimensione in cui si trova a vivere giornalmente l’uomo del nostro tempo.

Sentiamo di non poter sfuggire alla precarietà e per questo si cerca di non pensarci, la si sopporta e la si da per scontata. E’ vero che vivere significa dare continuità tra passato e futuro e che ogni momento storico è la sommatoria di momenti precedenti positivi e negativi. Non c’è disconnessione tra ciò che è stato e ciò che sarà, ma alla fine tutto passa e anche noi siamo destinati a scomparire. Forse per questo è sempre più difficile pensare all’eterno nel senso del tutto e della completezza della vita. La precarietà è del nostro vivere perché la vita è proiettata verso il compimento anche se noi ci comportiamo come se dovessimo vivere per sempre. L’eternità in effetti esiste è una esperienza stabilizzata di destini e di relazioni che comunque non finiranno mai nemmeno dopo la morte.