"Museo Ginori? Sgarbi acceleri i restauri"

Cemento e ceramiche: replica stizzita del sindaco sestese Falchi alle bordate del sottosegretario: "Quei lavori competono al suo ministero"

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di Sandra Nistri

"Le capre all’attacco del Museo Ginori". Un incipit evidentemente irresistibile quella della nota inviata dal Comitato Area Ginori al sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi che, con tutta probabilità, ha portato il professore a paventare il futuro del museo delle porcellane stretto "fra un supermercato e un condominio". Nella missiva, che identifica le ‘capre’ con chi governa Sesto, vengono citati i ‘numeri’ dell’operazione, bollata come "un attacco mortale contro il Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia che storicamente rappresenta, nel contesto sia italiano che europeo, un’esperienza museale del tutto unica". Da qui la richiesta del comitato a Sgarbi di intervenire sul ministro Sangiuliano per la salvaguardia di un "bene pubblico particolarmente prezioso per Sesto e la Nazione". Appello accolto dal sottosegretario, protagonista di una uscita con il botto. Uscita che Unicoop Firenze, che realizzerà il supermercato, non commenta e che il presidente della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia, lo storico Tomaso Montanari, liquida in maniera decisamente laconica: "Siamo grati – dice – di ogni interessamento istituzionale al museo Ginori e al suo futuro". Parla invece il sindaco sestese Lorenzo Falchi: "Il sottosegretario Sgarbi – sbotta – dimentica o non è stato informato che la variante Salva-Ginori è stata indispensabile per salvare la Manifattura e i posti di lavoro oltre che per consentire al ministero di acquistare il museo. Apprendiamo quindi della sua preoccupazione a mezzo stampa con una certa curiosità: se il sottosegretario volesse far qualcosa per valorizzare il museo potrebbe attivarsi per far accelerare i lavori di restauro a carico del ministero che stanno procedendo a rilento e gliene saremo tutti molto grati. Inoltre, potrebbe trovare le risorse per far acquistare al ministero il secondo lotto dell’area Ginori, oppure sostenere economicamente la fondazione che gestirà il museo, così da realizzare in futuro esclusivamente le strutture a servizio del museo".

Le parole di Sgarbi sono accolte come una manna da Daniele Brunori (capogruppo Lega): "Ci onora e ci riempie di soddisfazione che una così alta carica istituzionale e una delle più brillanti personalità del panorama culturale italiano come Sgarbi abbia espresso le nostre stesse posizioni sull’argomento. Sgarbi fa un appello per salvare il museo Ginori e noi ci permettiamo di farlo a lui l’appello, affinché venga a Sesto a visionare l’area e, soprattutto, a cercare di intercedere con le istituzioni sestesi, guarendole da quella miopia strategica che ha disposto un progetto che non può altro che portare al degrado del museo, alla deturpazione di tutta l’area e a danni al centro cittadino". Per il capogruppo di Italia Viva Gabriele Toccafondi "anche sul museo manca una prospettiva: vogliamo un museo fine a se stesso con intorno tante cose che con un museo niente hanno a che fare, oppure che sia volano di una nuova economia di Sesto magari puntando sul turismo?".

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