SANDRA NISTRI
Cronaca

Museo Ginori, gelido addio al direttore

di Sandra Nistri

Quattro righe per sancire un divorzio dopo una unione di neppure due anni. Con una nota a dir poco stringata ieri pomeriggio la Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia e Andrea Di Lorenzo, direttore del Museo Ginori, hanno infatti comunicato di avere rescisso consensualmente, due giorni fa, il rapporto di lavoro "al termine di un periodo di aspettativa". La decisione – si legge – "maturata di comune accordo, è dovuta a ragioni strettamente personali dell’ex direttore". Niente di più, neppure i ringraziamenti di rito che di solito si aggiungono sempre in calce anche nelle separazioni più burrascose. Impossibile sapere di più attraverso i diretti protagonisti: il professor Tomaso Montanari, presidente della Fondazione Ginori, fa sapere di non voler rilasciare interviste. Il direttore Di Lorenzo invece risponde gentilmente alla telefonata ma solo per dire che "può solo confermare il comunicato concordato e di non avere niente da dichiarare al riguardo".

Bocca cucita anche per il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi che si adegua alla laconica nota della Fondazione Ginori. In realtà, anche se l’annuncio è arrivato ieri, il divorzio fra la Fondazione Ginori e il direttore del museo non è proprio un fulmine a ciel sereno: da un po’ giravano voci su rapporti non idilliaci all’interno della Fondazione con Di Lorenzo che da alcuni mesi era in aspettativa. Pare che non sia stata presa neppure bene la decisione dell’ex direttore di partecipare, lo scorso anno, al concorso per il nuovo direttore del Museo Poldi Pezzoli di Milano del quale, fra l’altro, era vicedirettore vicario al momento della nomina a direttore del Museo Ginori nel marzo 2021. Alla fine l’incarico, nel novembre scorso, era andato ad Alessandra Quarto ma anche quello di Di Lorenzo era stato uno dei profili presi in esame. Sullo sfondo della rottura poi l’attuale situazione del museo Ginori chiuso dal 2014 e con gli annunciati lavori di ripristino che ancora non sembrano all’orizzonte. Dopo l’acquisizione della struttura da parte del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo infatti più volte è stato dato per prossimo il via ai lavori che, però, non sono mai iniziati. L’anno scorso, in una conferenza stampa nella sede romana del Ministero, proprio Montanari aveva auspicato di poter inaugurare il museo finito entro tre anni forte anche delle risorse di 5,5 milioni annunciate (e poi arrivate) dal Ministero. Scenario a questo punto impossibile da realizzare.