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Multiutility, sfida dei sindaci ’ribelli’: "Publiacqua, no al socio privato"

Assemblea dei soci di minoranza a Calenzano per chiedere lo stop al bando dell’Autorità idrica toscana. Falchi: "Nuova seduta prima di procedere, la gara può essere rischiosa". Casini (Iv): "No pregiudiziali".

Il sindaco di Campi Bisenzio, Andrea Tagliaferri

Il sindaco di Campi Bisenzio, Andrea Tagliaferri

La disponibilità a rivedere l’ipotesi della quotazione in Borsa della multiutility non basta. L’ulteriore stop che serve è quello alla ricerca del socio privato per Publiacqua per arrivare a una ripubblicizzazione dell’acqua. È un fronte unito su questi punti, anche se minoritario, quello dei sindaci e amministratori che ieri, nel palazzo comunale di Calenzano, hanno spiegato la loro posizione: con il padrone di casa Giuseppe Carovani c’erano i primi cittadini di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, Campi Bisenzio, Andrea Tagliaferri, Carmignano, Edoardo Prestanti, Agliana, Luca Benesperi, Borgo San Lorenzo, Leonardo Romagnoli. Non mancavano nemmeno il sindaco di Cantagallo Guglielmo Bongiorno, di Rufina, Daniele Venturi, la sindaca di Vaiano, Francesca Vivarelli, il primo cittadino di Vicchio, Francesco Tagliaferri e l’assessore Marco Morbidelli di Pian di Scò.

"Si tratta – ha spiegato Falchi – di un tema politico e non tecnico come si vuole far passare. Siamo in attesa del bando dell’Autorità Idrica Toscana per la ricerca del socio privato di Publiacqua e chiediamo la convocazione di una nuova seduta, prima di questo atto, anche perché molte amministrazioni sono cambiate nei mesi scorsi. Ci era stato detto, con poca onestà intellettuale, che all’interno della multiutility avremmo potuto tenere il servizio idrico pubblico ma così non è. Una gara di questo tipo può essere rischiosa per due motivi: può andare deserta o può generare contenziosi con un inevitabile allungamento dei tempi". Richiesta, quella di bloccare il bando, arrivata ieri all’unanimità dai sindaci che hanno anche ventilato l’ipotesi, o almeno l’auspicio, che il fronte del ‘no’ possa allargarsi ad altri Comuni.

"Molti – ha sottolineato Romagnoli – non hanno compreso che la multiutility è stata uno degli argomenti per cui i cittadini hanno deciso di cambiare diverse amministrazioni. L’anno prossimo si vota per le regionali ed è il momento di far pesare questa questione, l’anno elettorale potrebbe favorirci. La multiutility è nata male, c’era un impegno per la ripubblicizzazione dell’acqua che non è stato rispettato". Un fronte prevalentemente a sinistra quello dei sindaci presenti ieri ma con qualche eccezione: "Sono una mosca bianca nel centrodestra toscano – ha detto infatti Benesperi – perché ho votato in modo convinto il documento presentato in assemblea da Falchi. Pensavo che il privato potesse portare investimenti ma ho cambiato idea". Per Tagliaferri la scelta del socio privato non sarebbe utile neppure dal punto di vista economico: "Dal 2007 al 2023 – ha detto – Publiacqua ha fatto investimenti per un miliardo e 260 milioni di euro pagati interamente dai cittadini visto che il privato ha conferito solo 60 milioni all’inizio. Con la tariffa paghiamo la remunerazione del capitale investito dal socio privato, Publiacqua può continuare benissimo con la gestione pubblica". Opposta la visione del coordinatore metropolitano di Iv Francesco Casini: "Dalla sinistra radicale arrivano no pregiudiziali senza soluzioni".

Sandra Nistri