
Incontri dei due partiti in contemporanea. Macrì (presidente Estra): "Holding sbocco necessario". Ma l’assessora regionale Monni insiste: "Un anno in più di proroga per la gara di Publiacqua".
Acqua, gas e rifiuti devono essere gestiti insieme. Questa la posizione ribadita ieri, per binari paralleli, sia in una nota del Pd diramata dopo l’incontro far il partito e i sindaci di Firenze, Prato ed Empoli, sia dal presidente di Estra, Francesco Macrì, intervenuto alla giornata di studio su "Nuovo piano dei rifiuti e delle bonifiche", organizzata da Fratelli d’Italia. E, sempre ieri, l’assessora regionale all’ambiente, Monia Monni, ha insistito sull’opportunità di una proroga per la concessione di Publiacqua. Posizioni che arrivano alla vigilia dell’assemblea dei soci (domani) e dopo il terremoto politico provocato dalle dimissioni a sorpresa di Alberto Irace da direttore generale di Estra.
"Il sistema idrico, energetico e ambientale sono ormai connessi – ha detto Macrì, manager, dirigente nazionale di FdI, nel suo intervento tecnico su ’Multiutility e impianti, acqua ed energia’-. Oggi tutto si lega e qui c’è il senso della Multiutility, che è uno sbocco necessario. Né credo serva necessariamente la quotazione in borsa, perché gli impianti si fanno se sono sostenibili economicamente e non ho mai visto il mondo bancario negare supporto se un progetto funziona".
Al confronto, organizzato in Consiglio regionale, hanno partecipato il capogruppo Fdi Vittorio Fantozzi, il consigliere e responsabili enti locali Alessandro Capecchi, la senatrice Simona Petrucci e il coordinatore regionale e sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (che ha però chiesto di parlare a porte chiuse, senza giornalisti in sala).
"È impensabile non vedere il progetto industriale della Multiutility – ha proseguito Macrì – perché queste tematiche sono ormai legate da aspetti funzionali e tecnologici. Un termovalorizzatore o un biodigestore sono innanzitutto impianti per il recupero di energia. È dunque tutto da gestire con un’unica, grande, azienda. Il percorso della Multiutility sta vivendo una fase più faticosa, però il destino è quello. Bisogna decidere come realizzarlo, ma occorre avere una grande azienda a servizio di un’area importante come la Toscana e non solo, che possa raggiungere mete finanziarie significative per realizzare gli impianti che servono. Occorre che la transizione energetica, ambientale ed ecologica partano dal basso e non siano subite dai territori in base a norme o dinamiche imposte dall’alto. Ecco dunque l’importanza di un approccio non ideologico, ma che tenga insieme esigenze tecnologiche, competitività ed equità sociale".
Sempre ieri, si è svolto l’incontro tra il Pd toscano e i sindaci Alessio Mantellassi (Empoli), Sara Funaro (Firenze) e Ilaria Bugetti (Prato), soci di maggioranza della Multiutility, dopo le iniziali incomprensioni (esplose con l’altolà di Nardella e poi l’incontro chiarificatore) e dopo che il segretario Dem, Emiliano Fossi, aveva anticipato a La Nazione la necessità di tenere l’acqua nella Multiutility. "Acqua, gas e rifiuti – si legge in una nota – vanno gestiti unitariamente. L’asse tra sindaci e Pd toscano si sta rafforzando. E il Pd intende difendere l’assoluta centralità dei primi cittadini nelle scelte strategiche dello sviluppo dell’azienda". Sono stati poi ribaditi la necessità di "un processo di allargamento e aggregazione con i territori della Toscana oggi esclusi" e il "superamento della quotazione in Borsa", con soluzioni alternative per "mantenere un giusto livello di investimenti e tariffe sotto controllo". Intanto a insistere sul rinvio della gara (attualmente prevista nel 2025 e relativa al 30% delle quote) che dovrebbe individuare il partner operativo di Publiacqua è stata l’assessora regionale Monia Monni. "Sarebbe opportuno fare una proroga tecnica di un altro anno o due per sviluppare un ragionamento serio. La ’gara a doppio oggetto’ oggi la fermerei – ha detto ieri a Toscana Tv –. Non ho un pregiudizio contro quello strumento, che è anche intelligente, perché consente di mettere a gara una parte delle lavorazioni che Publiacqua fa, non lasciando interferire il privato all’interno della governance. Bisogna capire poi se c’è interesse alla partecipazione a questa gara proprio perché limita fortemente il potere d’azione del privato. Era uno strumento intelligente in una cornice che vedeva la quotazione in Borsa come obiettivo finale. Oggi, saltata la quotazione, ci potremmo prendere un po’ di tempo per riallineare una posizione comune". Monni ha ribadito anche che la governance di Alia Multiutility "deve essere pubblica , non solo nell’acqua". Escludendo la gara a doppio oggetto, l’ipotesi alternativa potrebbe essere quella di una gestione in house. Ma, se l’idea dell’assessora andasse avanti, ci sarebbero uno a due anni di tempo per delineare i contorni della scelta.