Prostituzione, il pugno duro spacca in due la città. Il sindaco: "Vado avanti"

Ma ora Calenzano e Sesto Fiorentino temono l'invasione dei "pendolari del sesso"

Una prostituta in strada

Una prostituta in strada

Firenze, 16 settembre 2017 - La battaglia di Palazzo Vecchio contro lo sfruttamento della prostituzione è iniziata. Da ieri sera sei pattuglie della polizia municipale controllano il territorio per far rispettare l’ordinanza anti prostituzione firmata dal sindaco Dario Nardella. Un provvedimento che oltre alle multe prevede persino l’arresto dei clienti e che ha già suscitato un gran vespaio, specialmente fra i colleghi di Nardella. Molti sindaci della città metropolitana e di Bologna, ad esempio, sono contrari all’ordinanza perché ritengono che si finisca semplicemente per spostare il problema da una zona all’altra.

"Siamo preoccupati – afferma infatti il primo cittadino di Calenzano, Alessio Biagioli – e ci dispiace di non essere stati contattati prima dell’emanazione dell’ordinanza, anche se lo avevamo chiesto espressamente".

Sulla stessa linea il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi: "Occorre un maggior coordinamento su questioni come questa – sostiene – e invece non siamo stati mai contattati dal sindaco metropolitano. Non so quanto questa ordinanza potrà spostare il problema sul nostro Comune: verificheremo con attenzione se ci saranno conseguenze".

Ma Firenze va avanti convinta: "E’ una risposta alla criminalità organizzata che lucra sulla prostituzione: mi auguro che dopo la nostra città altre amministrazioni del territorio e del Paese facciano lo stesso – insiste Nardella – È chiaro che questa misura non è la soluzione definitiva, ma un passo avanti. Guardiamo al vergognoso mercato, alla vergognosa industria della prostituzione, che arricchisce la criminalità organizzata italiana e straniera".

 

 

I pattugliamenti degli agenti della polizia municipale avverranno in borghese e in divisa, dalle undici di sera in poi, specialmente nelle zone dove si concentra il mercato del sesso. Coloro che saranno sorpresi anche solo a contattare una prestazione potranno essere denunciati in quanto trasgressori dell’ordinanza di un’autorità. E come tali, soggetti all’avvio di un procedimento penale che può prevedere l’arresto fino a tre mesi. Fra i primi a plaudire al giro di vite anti sfruttamento sono i residenti delle zone più frequentate dalla prostituzione: via di Novoli, viale Guidoni, viale Redi, Bellariva. E insieme a loro le associazioni di volontariato che operano per il sostegno a tante giovani vittime della “tratta delle donne”.

Fra quelle in prima fila c’è la Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, il sacerdote che per primo in Italia ha combattuto la cultura della prostituzione in Italia. Oggi il suo presidente Giovanni Paolo Ramonda, afferma: "Pieno appoggio e gratitudine alla scelta del sindaco Nardella, che ha emanato un’ordinanza che prevede il contrasto alla prostituzione tramite la sanzione del cliente. La scelta di Firenze indica la via da perseguire per le altre amministrazioni e per il Parlamento. La prostituzione è schiavitù. L’ordinanza indica a tutti che il comportamento di certi uomini è profondamente sbagliato: i veri uomini non comprano il sesso".

Resta comunque la preoccupazione di coloro che temono che il fenomeno più che scomparire o attenuarsi possa solo spostarsi da un’altra parte, creando lo stesso identico problema per le vittime della prostituzione e per i residenti della zona. Per questo la presidente della Commissione Pari opportunità Serena Perini del Comune propone “ordinanze a tappeto”: "Non sarebbe sbagliato spingere i sindaci dei Comuni confinanti con Firenze a firmare un’ordinanza simile per evitare che le prostitute vadano negli altri territori – afferma Serena Perini – Non abbiamo paura che vengano posizionate in luoghi più appartati dove non c’è per loro sicurezza, perché siamo in grado di intercettarle anche noi. Il Comune di Firenze fa parte della Rete Satis per il recupero ed il reinserimento in società delle prostitute. Si tratta di un modello nordico che funziona bene. E’ stato scelto anche dall’Unione Europea per combattere la prostituzione e la criminalità".

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