
"Ho scritto al presidente Mattarella, perché ho detto che i medici che allora somministravano medicinali ai giocatori sono dei latitanti. Latitanti nel senso che sono responsabili di alcune morti di calciatori e per questo devono essere rintracciati e sentiti dalla procura". Lo ha detto intervenedo al Tgr Toscana Alessandro Beatrice, figlio dell’ex giocatore della Fiorentina Bruno, deceduto nel 1987 per una leucemia a soli 39 anni. "Il mondo del calcio è molto omertoso ed è ora di dire basta – ha aggiunto – Perché il Parlamento non apre un inchiesta sul caso di Bruno Beatrice?". Alessandro è tornato a parlare del caso di suo padre dopo la scomparsa di Mihajlovic e Vialli, cui hanno fatto seguito le preoccupate dichiarazioni di diversi ex calciatori di serie A quali Dino Baggio, Brambati e Raducioiu, sul presunto abuso di farmaci: "Certe accuse, certi timori andavano confessati tanto tempo fa" ha aggiunto.
L’inchiesta sul caso Beatrice aveva portato all’iscrizione di cinque persone nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio preterintenzionale: l’ex allenatore viola Carlo Mazzone, l’ex primario Bruno Calandriello, all’epoca consulente della squadra, e l’altro ex primario Renzo Berzi, che dirigeva l’ospedale di Camerata dove, secondo l’accusa, Beatrice venne sottoposto a un ciclo pesantissimo di raggi Roentgen per guarire più in fretta da una pubalgia: cento sedute dal marzo al maggio ’76. Altri due medici coinvolti sono nel frattempo deceduti. Ma tutto è finito in prescizione.