Tavolo governativo per la crisi della pelletteria, Scandicci col fiato sospeso. Prestiti bancari rimodulati, garanzie per gli ammortizzatori sociali, promozione del made in Italy. Sono le prime mosse del ministro delle Imprese, Adolfo Urso dopo il tavolo sulla moda al Mimit sulla crisi della pelletteria.
"Abbiamo riunito tutta la filiera della moda per fornire soluzioni alle principali richieste da parte delle imprese del settore – ha detto il ministro - ci siamo impegnati ad assicurare insieme all’Abi la rimodulazione dei prestiti bancari, a garantire alle imprese del settore l’utilizzo a pieno delle risorse per gli ammortizzatori sociali e a introdurre una misura saldo e stralcio in merito all’annosa questione dei crediti di imposta. Inoltre, siamo al lavoro, insieme al ministero degli Esteri e all’Istituto del Commercio Estero, per promuovere sui mercati internazionali il settore della Moda e con i decreti attuativi al ddl Made in Italy stiamo sostenendo l’economia circolare".
Il settore è il terzo manifatturiero in Italia e conta circa 446.000 addetti con riferimento ai soli lavoratori diretti, distribuiti in 82.129 imprese complessive. E Scandicci è il cuore pulsante del distretto nazionale con le aziende più importanti che hanno il loro quartiere generale in città. Per Pino Gesmundo, segretario nazionale Cgil e Marco Falcinelli, segretario generale Filctem-Cgil: "Lo stato di crisi riguarda il settore sia nelle attività dirette, sia dell’indotto. È evidente che non sia più procrastinabile lo sviluppo di politiche industriali che comprendano interventi decisi all’insegna della sostenibilità ambientale, economica e sociale, con interventi mirati al sostegno della riconversione ecologica. Parimenti, per contrastare i fenomeni di illegalità, bisogna favorire la trasparenza dei rapporti contrattuali all’interno di tutta la filiera degli appalti che impedisca la grave situazione che coinvolge, in particolare, il segmento dei contoterzisti".
"E’ un inizio di discussione – ha detto il presidente Cna Scandicci, Simone Balducci – bene che ci siano le prime misure d’emergenza. Ma dovremmo parlare anche di come stia cambiando la struttura della produzione delle filiere specialmente della moda per cercare di tenere il lavoro in Italia e soprattutto in Toscana che non mi pare scontato".
Fabrizio Morviducci