Michelangelo occupato. Un centinaio di studenti ferma le lezioni. Gli altri si dissociano

La protesta "contro la società patriarcale e la riforma della scuola". Insorgono i genitori: "Una minoranza che viola il diritto allo studio". Il preside: "Caos nelle loro motivazioni, abbiamo provato a mediare".

Michelangelo occupato. Un centinaio di studenti ferma le lezioni. Gli altri si dissociano

Michelangelo occupato. Un centinaio di studenti ferma le lezioni. Gli altri si dissociano

Michelangelo occupato. A dare il là alla stagione delle proteste studentesche è il liceo classico di via della Colonna. A spiegare le ragioni di questa occupazione vecchio stile sono alcuni studenti: "E’ la lotta contro una società patriarcale che alimenta e giustifica atti di violenza di genere, contro questo sistema scolastico e la riforma Valditara, che ci proiettano soltanto verso il mondo del lavoro, che ci insegnano a competere gli uni con gli altri, ad essere sfruttati e sfruttatori di questa società classista". Con la loro protesta, i ragazzi vogliono "condannare questa società patriarcale che ha permesso l’uccisione di 106 donne solo quest’anno, un sistema che affonda le sue radici in un sistema capitalista".

Il cambiamento? "Deve partire dalla scuola". "Contestiamo e ripudiamo un sistema scolastico che da anni rimane fedele a logiche sessiste e patriarcali - scrivono gli occupanti -. Siamo stanchi di essere vittime di meccanismi oppressivi come il dress code, che si basa sull’oggettificazione dei nostri corpi in nome del tanto millantato decoro e che ci controlla e cataloga secondo criteri stabiliti arbitrariamente da professori e personale scolastico".

Nella nota si parla di "Giulia Cecchettin e dell’ipocrisia dei politici, che non hanno mancato di riempirsi la bocca di vuote parole al solo fine di zittirci e soffocare la nostra rabbia, invocando inutili minuti di silenzio". Si passa poi alle "critiche alle manganellate della polizia durante la manifestazione dello scorso 25 novembre a Firenze per finire con la solidarietà ai popoli in lotta e contro le guerre imperialiste e capitaliste, rivendicando la lotta del popolo palestinese".

Ma la scuola è spaccata. "A protestare sono sì e no un sesto dei ragazzi - ci hanno contattato alcuni genitori -. Si tratta di una minoranza che vuole imporsi. Meglio sarebbe stato sfruttare l’assemblea per confrontare pareri diversi. Invece, ogni scusa è buona in questo periodo per occupare e fare baldoria. Questi ragazzi impediscono agli altri di esercitare il loro diritto allo studio. Siamo stanchi di questa situazione. Non è accettabile che chi la pensa diversamente sia additato come fascista. Fascista è chi lede i diritti altrui". Un centinaio di studenti, dunque, ma per qualcuno forse addirittura la metà.

E non mancano studenti contrari all’occupazione: "Noi vorremmo far lezione. Non ci ritroviamo nelle motivazioni e temiamo che la scuola sia danneggiata", riferiscono alcuni studenti. Tutti chiedono l’anonimato. "Siamo impauriti. Non c’è un bel clima".

Da parte sua, il dirigente Nicola Iannalfo sta lavorando (da casa, perchè è malato in questi giorni) affinché l’occupazione si trasformi in un forum degli studenti. "Nelle motivazioni vedo un po’ di confusione, anche se è innegabile il disagio generale - dice il preside -. Il dissenso era nell’aria. Noi abbiamo cercato una mediazione concedendo degli spazi. Speriamo che davvero tutto sfoci in un forum. Certo, se i ragazzi impediranno il pubblico servizio dovrò inevitabilmente prendere delle misure".

Elettra Gullè