
’Mettici la mano’, per piangere e ridere
di Barbara Berti
"Una giostra di emozioni: si ride e si piange nell’arco di pochi secondi". Così l’attore Antonio Milo presenta "Mettici la mano" in scena alla Pergola da oggi al 19 marzo (ore 21, giovedì ore 19 e domenica ore 17).
Lo spettacolo teatrale è una sorta di spin-off de "Il commissario Ricciardi", il personaggio immaginario ideato dallo scrittore Maurizio De Giovanni, protagonista di una serie di romanzi gialli ambientati nella Napoli degli anni Trenta, dai quali è stata tratta anche la serie tv omonima con Lino Guanciale (la seconda stagione è attualmente in onda su Raiuno tutti i lunedì).
Prodotto dal Teatro Diana di Napoli con protagonisti Maione e Bambinella, personaggi tratti dalle storie di Ricciardi, nel cast dello spettacolo ritroviamo gli stessi attori e lo stesso regista della fiction, ovvero Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra per la regia di Alessandro D’Alatri.
Antonio Milo, com’è lavorare con De Giovanni?
"E’ facile e divertente: quando si ha una macchina pronta per correre, vincere diventa naturale".
Quali sono le differenze tra lo spettacolo teatrale e la serie tv?
"Lo spazio temporale: lo spettacolo è ambientato dieci anni dopo rispetto al romanzo, e quindi alla serie. Siamo a Napoli nella primavera del 1943: una tarda mattinata di sole, in cui la gente di un quartiere popolare tenta faticosamente di trovare una parvenza di vita normale, viene squarciata dalle sirene, arrivano gli aerei alleati, c’è il pericolo di un nuovo devastante bombardamento. Altra differenza è che a teatro a rappresentare la legge sono soltanto il brigadiere Maione e il ‘femminiello’ Bambinella".
Chi è veramente il brigadiere Maione?
"Un uomo tutto d’un pezzo, una persona buona nata per proteggere gli altri. Se nel romanzo è il braccio destro di Ricciardi, qui è continua il suo lavoro di poliziotto senza il commissario ma con l’aiuto di Bambinella".
Due personaggi che possiamo definire delle maschere?
"Assolutamente sì. Sono gli unici tra i personaggi di De Giovanni a indossare un costume: uno con il rigore della divisa e l’altro con la leggerezza della femminilità travestita. Maione, con il suo carattere, rappresenta la Napoli della tradizione, la Napoli per bene, la Napoli che sa accogliere. Bambinella è la Napoli dei colori, la Napoli sopra le righe. Attraverso gli occhi di entrambe le maschere si possono raccontate tante storie".