Meningite, lo specialista: «Il batterio pneumococco nemico di chi è fragile»

Dopo il caso della morte del bambino di otto mesi parla Giovanni Rezza, dell'Istituto superiorte di sanità

Giovanni Rezza

Giovanni Rezza

Firenze, 9 maggio 2018 - «La morte di un bambino di otto mesi è sempre una tragedia, però non c’è da preoccuparsi per il contagio: la meningite causata da pneumococco colpisce persone particolarmente suscettibili». Lo spiega Giovanni Rezza, responsabile di Malattie infettive all’Istituto superiore di sanità.

Professore, qual è la differenza tra la menigite pneumococcica e quella causata da meningococco?

«Naturalmente in un caso è provocata dal batterio pneumococco e nell’altro dal meningococco, molto più pericoloso. Ma dobbiamo fare attenzione: meningite è il termine più familiare, con cui descriviamo l’attacco di questi batteri, però sarebbe più appropriato parlare di malattia invasiva. Perché in alcuni casi si manifesta la meningite in altri la sepsi, un’infezione che si diffonde rapidamente con la riproduzione del batterio direttamente nel circolo sanguigno».

Quali sono i batteri che possono causare meningite o sepsi?

«Più frequentemente il menigococco, l’haemophilus influenzae e lo pneumocco».

Oltre alla meningite batterica, esiste anche la menigite virale.

«Quella virale è causata da un virus. In genere è meno aggressiva: spesso il quadro clinico è più lieve e si risolve spontaneamente. Il medico può fare distinzione fra i due tipi, procedendo alla puntura lombare. La menigite batterica è a liquor limpido, mentre quella batterica è a liquor purulento».

Ci sono dati di mortalità e di differenti in base all’aggressività dei batteri e dei loro ceppi.

«Il più aggressivo è sicuramente il meningococco che dà quadri gravi di meningite ma spesso di meningite con sepsi e anche di sepsi vera e propria, ancora peggiore, con letalità più elevata: un tasso di circa il 10% e in alcuni casi anche più alto».

Perché in caso di meningite pneumococcica non è necessaria la profilassi per i soggetti che sono stati a contatto con il paziente?

«Ci sono centinaia di tipi diversi di pneumococco. Esistono vaccini che ne contengono 13 e altri a cui si sta lavorando molti di più. Lo pneumococco colpisce le persone suscettibili: non ci sono particolari rischi di contagio, per questo non è prevista la profilassi che invece è assolutamente necessaria per il meningococco».

Contro lo pneumococco, responsabile di gran parte delle polmoniti nell’anziano, in Toscana si vaccinano gratuitamente gli over 65 già da due anni. E i bambini?

«Per i bambini nel primo anno di vita la vaccinazione è prevista e raccomandata già da tempo. Ora è stata allargata agli anziani tenuti sotto scacco da influenza, herpes zoster e pneumocco».

Dopo il focolaio epidemico di meningococco C, con un milione di vaccinati, la Toscana è fuori dal rischio epidemia?

«Non si può mai scongiurare un rischio di epidemia, ma la situazione di emergenza del 2015 e 2016 è superata. E ormai più di un quarto della popolazione è immunizzata grazie alla vaccinazione di massa, dunque il rischio è molto ridotto».

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