Melanoma: al 90% le probabilità di sopravvivenza per gli Under 35

Al via il 28° Congresso dell'Imi che tratterà i temi della prevenzione, della cura e dell'assistenza presentando i progressi fatti nel campo della teledermatologia

La diagnosi precoce del melanoma

La diagnosi precoce del melanoma

Firenze, 27 settembre 2022 - E' stato annunciato il XXVIII Congresso nazionale dell'Imi (Intergruppo melanoma italiano) che si terrà al Palazzo degli Affari di Firenze, in piazza Adua, dal 30 settembre al 2 ottobre. Si affronteranno i temi della prevenzione, delle nuove terapie e su come migliorare l'assistenza per i melanomi e i tumori della pelle. In particolare saranno presentati gli ultimi progetti di teledermatologia - visita attraverso dispositivi come cellulare, tablet o PC - tra cui MelaMed (Melanoma multimedia education), un'iniziativa che ha l'obiettivo di formare il medico nella prevenzione primaria e secondaria del melanoma cutaneo e di fornire la conoscenza delle basi essenziali per accompagnare il paziente lungo l'intero percorso diagnostico-terapeutico.

MelaMed, come spiegato dal presidente dell'Imi Ignazio Stagnarelli: "Si avvale della piattaforma online www.imi-melamed.it, che presenta un'area di attività specifiche e un corso in formazione a distanza, con crediti Ecm, patrocinato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo). La piattaforma costituisce anche una biblioteca virtuale, con un atlante multimediale di rapido accesso e facilmente consultabile, corredata di tutti i capitoli fondamentali sulla patologia".

Alcuni dati 

​Nonostante in Italia si registri un incremento annuo dei casi di melanoma pari al 7%, che va a colpire circa 14.900 individui tra uomini e donne, recenti studi dell'Associazione Italiana Registri Tumori rilevano come il rischio di questo pericoloso cancro della pelle sia diminuito tra gli under 35, dopo anni di crescita costante, portando le probabilità di sopravvivenza al 90%. Questo come risultato di una maggiore consapevolezza che spinge alla prevenzione e a una corretta esposizione al sole, al continuo miglioramento delle strategie terapeutiche e al crescente aumento delle diagnosi precoci. "Bisogna evitare i facili trionfalismi, ma possiamo ammettere che il melanoma oggi potrebbe fare meno paura rispetto al recente passato", ha dichiarato Emanuele Crocetti epidemiologo e past-president dell’Associazione Italiana Registri Tumori. Tuttavia per gli specialisti dell'Imi la strada da fare risulta ancora molta. Ciò che manca è soprattutto una vera campagna educazionale e di sensibilizzazione a livello nazionale sul modello australiano e statunitense.

Cura e prevenzione

Il trattamento preferito - come ricordato dal professor Corrado Caracò dell'Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli - rimane la chirurgia, soprattutto quando la malattia si trova negli stadi iniziali, tenendo conto del fatto che oggi sono possibili interventi mirati e meno invasivi rispetto al recente passato. Occorre anche considerare che le nuove cure come l'immunoterapia e le terapie target -stando alle parole del professor Mario Mandalà, docente di Oncologia medica all'Università di Perugia, Ospedale Santa Maria della Misericordia- hanno portato benefici alle persone colpite da melanoma in forma avanzata ed evitato il rischio di recidiva nei pazienti ad alto rischio operati radicalmente.

"Raccomandiamo comunque a tutti una visita di controllo con uno specialista dermatologo", aggiunge Stagnarelli. "In particolare chi ha una cinquantina di nei sulla pelle dovrebbe controllarli periodicamente, almeno una volta l'anno. Non per forza un neo si trasforma in un cancro, ma deve esserne monitorata l'evoluzione per arrivare eventualmente una diagnosi precoce di malattia. Per questo bisogna intervenire sul medico di famiglia per aiutarlo nella selezione della popolazione a rischio e delle lesioni sospette da inviare al dermatologo".

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